Il traliccio danneggiato a Santa Marinella sulla Fl5, che mercoledì ha paralizzato la linea fra Civitavecchia e Santa Severa, non è che l’ultimo episodio di una lunga serie di problemi infrastrutturali che colpiscono i pendolari del litorale. Ogni interruzione o guasto ricade inevitabilmente sugli utenti, costretti a fare i conti con ritardi, sovraffollamento e incertezze quotidiane. La situazione peggiora durante la stagione delle crociere, fra marzo e ottobre, e in caso di maltempo, in particolare nella zona di Maccarese. Eventi imprevedibili come incidenti o decessi lungo la linea rendono il viaggio un’odissea quasi quotidiana. Dopo l’interruzione di mercoledì, i convogli diretti sul litorale hanno ricominciato a circolare, ma i ritardi nel pomeriggio sono tornati a essere una costante, con treni affollati e pendolari costretti a viaggiare in piedi. «Si pagano quasi 600 euro per un abbonamento annuale – racconta Roberto, impiegato ministeriale – ma non si ha la garanzia di arrivare in ufficio o tornare a casa. Vivere con questa incertezza è impossibile». La studentessa Alessia, iscritta a Architettura, descrive le difficoltà di chi viaggia in orari variabili: «Io mi abbono mensilmente in base a lezioni ed esami, ma talvolta rischio di rimanere a Civitavecchia come mercoledì. Passare dal servizio sostitutivo a Santa Severa e poi arrivare a Roma mi avrebbe fatto saltare la lezione. È davvero un guaio». Tra pendolari infuriati e infrastrutture insufficienti, la Fl5 continua a essere fonte di frustrazione, con la sensazione che ogni giorno possa trasformarsi in un viaggio ad ostacoli per chi vive e lavora sul litorale.






