lunedì, Novembre 10, 2025

Francia, concessa la libertà vigilata a Nicolas Sarkozy dopo 20 giorni di carcere

Nicolas Sarkozy sarà messo da oggi in libertà vigilata: lo ha deciso la Corte d’Appello di Parigi accogliendo la sua domanda di essere rimesso in libertà dopo la detenzione cominciata il 21 ottobre in relazione alla vicenda dei fondi libici. L’ex presidente della Repubblica lascerà in giornata il carcere della Santé. Tra le limitazioni previste dalla sorveglianza giudiziaria disposta per l’ex presidente c’è il divieto di lasciare la Francia. La Corte ha anche vietato all’ex capo dell’Eliseo di contattare il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, che gli aveva fatto visita in carcere il 29 ottobre. “È dura, molto dura”. Lo ha detto l’ex presidente francese, Nicolas Sarkozy, parlando della sua detenzione, che ha definito “un incubo”, nel giorno in cui è attesa la decisione della Corte d’appello di Parigi sulla sua scarcerazione. “Vorrei che foste convinti di una cosa: non ho mai avuto la folle idea di chiedere a Gheddafi alcun finanziamento. Non confesserò mai qualcosa che non ho fatto”, ha dichiarato Sarkozy. “Ho risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni. Non avrei mai immaginato di conoscere la prigione a 70 anni. Questa prova mi è stata imposta, l’ho vissuta. È dura, è molto dura”, ha proseguito. E ancora: “Amo il mio Paese, la mia famiglia è in Francia, mi batto affinché la verità trionfi”. Sarkozy ha anche “reso omaggio” al personale penitenziario, dicendo che “ha dato prova di eccezionale umanità, rendendo sopportabile questo incubo”. Per la richiesta di scarcerazione, i giudici della Corte d’Appello non si sono basati sugli stessi criteri utilizzati per l’ordinanza di custodia cautelare. Il ricorso di Sarkozy ha inserito la sua incarcerazione nel quadro della custodia cautelare in carcere, che differisce da quella dell’esecuzione di una pena. Ai sensi dell’articolo 144 del Codice di Procedura Penale, il mantenimento in stato di detenzione è possibile se costituisce il “solo mezzo” per proteggere le prove, impedire coercizione o collusione, impedire la fuga o la recidiva, o garantire la sua sicurezza. Nel frattempo, in carcere, l’ex presidente è stato posto in isolamento, ma due agenti di sicurezza hanno preso residenza in una cella vicina. Queste misure sono giustificate dal “suo status” e dalle “minacce contro di lui “, secondo il ministro dell’Interno Laurent Nuñez.

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