giovedì, Novembre 13, 2025

Stop allo shutdown dopo 43 giorni, la Camera approva e Trump firma

Lo shutdown dei record, che per 43 giorni ha bloccato quasi tutte le spese federali, si è chiuso stanotte dopo il voto favorevole della Camera sul compromesso già votato dal Senato – in entrambi i casi con il controverso contributo di alcuni democratici. Donald Trump ha firmato e promulgato il decreto che segna la fine dello shutdown più lungo della storia statunitense, e nel corso della cerimonia nello Studio Ovale si è scagliato contro i Democratici: “Oggi stiamo dando il chiaro messaggio che non cederemo a nuove estorsioni, ha detto il presidente Usa attorniato dalla pattuglia dei parlamentari Repubblicani, tra i quali lo Speaker Mike Johnson. Il provvedimento garantisce fondi per un anno ad alcuni ministeri ma solo fino al 30 gennaio per altri. Il voto della Camera è stato di stretta maggioranza (222 a 209), con i Repubblicani quasi totalmente a favore e i Democratici in larga parte contrari. Sei Democratici hanno votato con la maggioranza, due Repubblicani si sono uniti ai Democratici. Una situazione come quella che abbiamo vissuto in questi 43 giorni “Non si dovrebbe ripetere mai più,” ha detto il Presidente, ringraziando i Democratici — otto al Senato e sei alla Camera — che hanno votato con i Repubblicani. Il provvedimento non include l’estensione dei sussidi all’Obamacare, che era al centro dello scontro politico tradottosi nello stop delle attività governative. Nonostante la riapertura, i Democratici non intendono mollare. Il leader alla Camera, Hakeem Jeffries, ha assicurato che la battaglia continuerà, definendo la lotta “appena iniziata” e prevedendo che i Repubblicani potrebbero pagare cara la mancata estensione alle elezioni di metà mandato del 2026. Senza ulteriori fondi, gli Americani li “cacceranno dai loro incarichi il prossimo anno,” ha osservato. Le stime indicano che, in assenza di un’estensione, i premi per l’Obamacare saliranno in media del 114%. “L’Obamacare è stata un disastro fin dall’inizio. Vorremmo che i soldi che vanno alle assicurazioni sanitarie andassero direttamente agli Americani, in modo che possano acquistare direttamente la loro copertura sanitaria e diventare manager di sé stessi,” ha spiegato Trump, accusando i Democratici di essere responsabili della chiusura del governo. Il blocco era stato causato dall’incapacità del Congresso di approvare il bilancio federale per l’anno fiscale 2026 entro la scadenza del 30 settembre. A differenza di altri shutdown passati, dove spesso l’oggetto del contendere era il muro di confine, in questo caso l’impasse era stata determinata da un profondo stallo politico e ideologico tra Repubblicani e Democratici su diverse questioni di spesa, in particolare i sussidi sanitari. I Democratici insistevano per il ripristino o la proroga dei sussidi legati all’Obamacare e la cancellazione dei tagli a Medicaid e ad altri importanti programmi sanitari. Lo shutdown ha avuto ripercussioni significative a livello sociale ed economico: oltre un milione di dipendenti federali sono rimasti senza stipendio, con circa 400.000 lavoratori non critici messi in congedo temporaneo (furlough). Sono state sospese tutte le funzioni governative non essenziali, inclusi programmi educativi e la pubblicazione di dati economici (occupazione e inflazione), con conseguente aumento della volatilità sui mercati finanziari. L’impatto è stato particolarmente grave sull’aviazione civile. Agenzie come la FAA (Federal Aviation Administration) e la TSA (Transportation Security Administration) hanno operato in condizioni di emergenza, causando migliaia di voli cancellati e ritardi, specie negli aeroporti più trafficati. Con la riapertura del governo, i disagi al trasporto aereo dovrebbero rientrare. Per un ritorno alla normalità ci vorrà del tempo, ma sarà evitato il temuto caos per le feste del Ringraziamento. Gradualmente, infatti, i controllori di volo rientreranno al loro posto, consentendo al Dipartimento dei Trasporti di rimuovere i limiti imposti al traffico aereo nei maggiori scali USA. La riapertura del governo consentirà anche il pagamento dei buoni pasto essenziali per i 42 milioni di Americani che vi dipendono.

 

 

 

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