Resta chiuso l’unico parco giochi accessibile ai bambini di Borgo San Martino, frazione di circa 3mila residenti, a causa del mancato completamento dell’iter per l’acquisto del terreno da parte del Comune. Il provvedimento, scaturito da un intervento di Arsial, proprietaria del sito, ha lasciato molte famiglie senza spazi verdi dove far giocare i più piccoli. Il parco, nato spontaneamente circa 25 anni fa grazie all’impegno di volontari e donazioni dei cittadini, era diventato un punto di ritrovo e aggregazione fondamentale per la comunità locale. Negli ultimi tempi, però, alcune recinzioni usurate avevano spinto una residente a segnalare la situazione al Comune, che a sua volta ha coinvolto Arsial. L’ente regionale, non essendo a conoscenza dell’esistenza del giardino, ha deciso di chiuderlo con i sigilli, determinando il disagio attuale. «La vasta area sarà ceduta da Arsial, ex Ente Maremma, al Comune a titolo gratuito – spiega Luigino Bucchi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia –. Ci auguriamo che l’atto notarile possa essere perfezionato entro la fine del 2025, così da consentire la riapertura e la messa in sicurezza dell’area, tornata essenziale per i bambini della frazione». Bucchi è stato promotore di una mozione in Consiglio comunale finalizzata a velocizzare l’acquisizione del parco e la sua gestione pubblica. L’amministrazione comunale, guidata dalla sindaca Elena Gubetti, sta predisponendo le azioni necessarie per completare la procedura notarile. L’acquisizione del terreno non solo permetterà di restituire ai piccoli cittadini il parco giochi, ma potrebbe rappresentare un passo avanti anche per la risoluzione di altre criticità nelle frazioni rurali di Due Casette, Sasso e I Terzi, come la pavimentazione stradale dissestata, accumulata in decenni di confusione sulle competenze territoriali. I residenti attendono quindi con ansia la conclusione della burocrazia, auspicando di vedere presto bambini correre di nuovo tra altalene e scivoli, restituendo vita a un luogo simbolo di socialità e comunità.






