A Ponte Mammolo, nel cuore del IV Municipio, si accende una nuova sfida per la sicurezza urbana e la rigenerazione delle periferie. Proprio da questo quadrante, segnato negli ultimi anni da criticità ambientali e fenomeni di degrado, partirà uno dei progetti pilota più attesi del Campidoglio: “Sentinel 2030”, un piano da un milione di euro che promette una svolta nell’utilizzo delle nuove tecnologie per monitorare, prevenire e intervenire più rapidamente nelle aree più fragili della città. Il progetto, inserito nel più ampio programma capitolino di sicurezza integrata, prevede l’installazione di sistemi avanzati di videosorveglianza, sensori ambientali, illuminazione intelligente, software di analisi dati e dispositivi di connessione ad alta velocità per migliorare l’interazione tra cittadini, forze dell’ordine e amministrazione. Una sorta di “sentinella digitale”, capace di segnalare in tempo reale criticità come incendi, abbandono di rifiuti, movimenti sospetti o situazioni di pericolo. Ponte Mammolo non è stato scelto a caso. Via Ponte Mammolo, in particolare, è diventata negli ultimi anni simbolo delle contraddizioni urbane: da un lato gli investimenti sulla viabilità e sul nodo di scambio metropolitano, dall’altro l’emergere di discariche abusive, occupazioni e microcriminalità. Solo pochi mesi fa l’area è stata oggetto di una imponente bonifica, che ha portato alla rimozione di tonnellate di rifiuti, carcasse di veicoli, ingombranti e materiale edile scaricato illegalmente. Per l’amministrazione municipale, “Sentinel 2030” rappresenta una possibilità concreta di consolidare quei risultati. L’obiettivo è prevenire il riproporsi di situazioni di degrado e affiancare le forze dell’ordine con strumenti tecnologici di ultima generazione. Il monitoraggio continuo degli spazi pubblici, unito alla mappatura digitale delle criticità, dovrebbe permettere interventi più rapidi e mirati. La sfida, tuttavia, non riguarda solo l’aspetto della sicurezza. Il progetto punta infatti alla tutela ambientale, alla gestione sostenibile dei rifiuti e alla creazione di un ecosistema urbano più vivibile, dove la tecnologia diventa il tassello principale di una strategia che coinvolge cittadini, associazioni e imprese. Ponte Mammolo diventa così un laboratorio a cielo aperto della Roma che guarda al futuro: una periferia che prova a liberarsi dall’etichetta di zona dimenticata e che aspira a diventare un modello di innovazione e rinascita urbana. I primi dispositivi saranno installati entro i prossimi mesi, dando ufficialmente il via a una trasformazione che, nelle intenzioni del Campidoglio, potrà estendersi a tutta la città entro il 2030.






