giovedì, Novembre 20, 2025

Piano Usa-Russia, il Donbas va a Mosca e Kiev dimezza l’esercito. No di Zelensky. Trump ci riprova

Il piano di pace Trump per la fine della guerra in Ucraina garantirebbe alla Russia alcune zone dell’est del Paese che attualmente non controlla – in sostanza tutto il Donbass – in cambio di garanzie di sicurezza degli Stati Uniti per Kiev e per l’Europa nel caso di future aggressioni di Mosca. Lo rivela ad Axios una fonte dell’amministrazione americana informata sul piano, secondo cui la convinzione della Casa Bianca è che l’Ucraina perderebbe comunque quelle porzioni di territorio che dovrebbe cedere alla Russia e che quindi sia “interesse di Kiev raggiungere un accordo adesso”. I 28 punti del piano di Trump darebbero alla Russia il pieno controllo delle regioni di Luhansk e Donetsk (che insieme formano il Donbass), nonostante l’Ucraina controlli ancora il 12% di territorio in quelle zone. Nonostante il controllo di Mosca, le aree dalle quali Kiev dovrebbe ritirarsi sarebbero considerate una zona smilitarizzata nella quale la Russia non potrebbe dispiegare proprie truppe, riferisce Axios, secondo cui nelle altre due regioni di Kherson and Zaporizhzhia, le attuali linee di controllo rimarrebbero per lo più congelate, con la Russia che restituirebbe alcuni territori, previa negoziazione. Ancora, secondo il piano, gli Stati Uniti e altri paesi riconoscerebbero la Crimea e il Donbas come territorio legalmente russo, ma all’Ucraina non sarebbe richiesto di farlo. Un funzionario ucraino ha affermato che il piano includerebbe anche limitazioni alle dimensioni dell’esercito di Kiev e alle sue armi a lungo raggio in cambio di garanzie di sicurezza da parte degli Stati Uniti. Non è chiaro cosa comporterebbero le garanzie di sicurezza degli Stati Uniti oltre alla promessa di difendere l’Ucraina da ulteriori aggressioni russe. Secondo due fonti con conoscenza diretta, il Qatar e la Turchia sono coinvolti nella stesura del nuovo piano di Trump e nel sostenere gli sforzi di mediazione degli Stati Uniti e un funzionario di Doha avrebbero partecipato ai colloqui tra l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e il consigliere per la sicurezza nazionale ucraino Rustem Umerov lo scorso fine settimana. Una fonte con conoscenza diretta del piano ha affermato che Umerov è stato incaricato da Zelensky di negoziare con Witkoff e che molti dei suoi commenti sono stati incorporati nel testo del piano in 28 punti e che durante i colloqui sono stati concordati molti punti. Diversa la versione del funzionario ucraino sentito da Axios, secondo cui il consigliere per la Sicurezza non ha accettato i termini del piano durante l’incontro, affermando che Kiev si oppone a molti punti. Prima di incontrare Umerov, Witkoff avrebbe discusso approfonditamente il piano con l’inviato russo Kirill Dmitriev. Oggi era previsto ad Ankara un incontro tra Zelensky e l’inviato americano, ma, ha rivelato una fonte dell’amministrazione di Washington, il colloquio è saltato quando è emerso che il presidente ucraino stava facendo marcia indietro rispetto agli accordi raggiunti con Umerov e non era interessato a discutere il piano di Trump.
Zelensky si è invece recato ad Ankara con un altro piano elaborato con i partner europei, che la Russia non accetterà mai, ha affermato il funzionario statunitense. Un secondo funzionario statunitense ha affermato che lo scandalo sulla corruzione fra alcuni dei più stretti consiglieri di Zelensky è stato un altro motivo per rinviare l’incontro, che Trump ha autorizzato Witkoff a cercare di raggiungere un accordo con Zelensky in Turchia, appoggiando poi la decisione di annullare l’incontro. “Ora aspetteremo. La palla è nel campo di Zelensky”, ha affermato il funzionario statunitense, secondo cui Zelensky, se vuole, può andare a Washington per discutere il nuovo piano degli Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump questa settimana ha approvato il piano in 28 punti per la pace tra Russia e Ucraina, sviluppato silenziosamente nelle ultime settimane da alti funzionari dell’amministrazione in consultazione con l’inviato russo Kirill Dmitriev e con funzionari ucraini: lo riporta NBC News citando un alto funzionario dell’amministrazione. Secondo la fonte, l’inviato speciale Steve Witkoff, il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e il genero del presidente, Jared Kushner, sono stati coinvolti nell’elaborazione del piano. “Il piano si concentra sul dare a entrambe le parti garanzie di sicurezza per assicurare una pace duratura. Include elementi che l’Ucraina vuole e di cui ha bisogno per una pace stabile”, ha detto il funzionario a NBC. Il funzionario non ha voluto fornire i dettagli del piano, che ritiene ancora soggetto a un certo grado di negoziazione con le parti coinvolte. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’Ucraina è pronta a collaborare con gli Stati Uniti per raggiungere la pace, nelle ore in cui i media pubblicano “piani di pace” sfavorevoli per Kiev. Zelensky ha affermato che dall’inizio dell’anno l’Ucraina ha sostenuto “tutti i passi decisivi e la leadership del presidente Trump, ogni proposta forte e giusta per porre fine a questa guerra”. “E solo il presidente Trump e gli Stati Uniti d’America hanno abbastanza potere per porre fine una volta per tutte alla guerra”, ha aggiunto. Il presidente ucraino ha anche affermato che il leader turco Recep Tayyip Erdogan, durante un incontro ad Ankara, “ha proposto formati per i negoziati che ho sostenuto, ed è importante per noi che la Turchia sia pronta a fornire il sostegno necessario”. “Siamo pronti a lavorare in qualsiasi altro formato significativo che possa produrre risultati. Ma la cosa principale per fermare lo spargimento di sangue e raggiungere una pace duratura è lavorare in coordinamento con tutti i partner e che la leadership americana rimanga efficace, forte e avvicini una pace che duri a lungo e garantisca sicurezza alla popolazione”, ha concluso Zelensky. Il bilancio dell’attacco missilistico russo su Ternopil è salito a 26 vittime, tra cui 3 bambini. Altre 93 persone, tra cui 18 bambini, sono rimaste ferite. Lo ha comunicato il ministro dell’Interno Ihor Klymenko, citato da Ukrainska Pravda. “C’è molto lavoro da fare. La cosa principale è trovare tutti quelli che potrebbero essere sotto le macerie. Stasera ci sono segnalazioni di 26 persone disperse nell’edificio distrutto. Tre sono bambini. Li stiamo cercando”, ha detto il ministro. Le operazioni di emergenza continueranno per tutta la notte. Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non è interessato a discutere del piano Usa sull’Ucraina e per questo motivo ha preferito non incontrare il rappresentante speciale del Presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, oggi ad Ankara. Secondo Axios, Witkoff aveva in programma di incontrare oggi ad Ankara Zelensky e il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. L’incontro sarebbe stato rinviato quando e’ diventato chiaro che Zelensky non è interessato a discutere il piano statunitense. Zelensky si è invece recato ad Ankara con un altro piano, elaborato con i partner europei, che la Russia non avrebbe mai accettato, ha aggiunto un funzionario statunitense. Secondo quanto riportato dai media, il nuovo “piano di pace” statunitense in 28 punti per porre fine alla guerra in Ucraina prevede, tra le altre cose, il trasferimento dell’intero Donbass alla Russia, la riduzione della metà dell’esercito ucraino e il riconoscimento del russo come lingua di Stato. Secondo il portale Axios, il piano e’ stato elaborato in particolare dall’ambasciatore statunitense Stephen Witkoff e dal capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, Kirill Dmitriev. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro il provvedimento della Corte d’Appello di Bologna, confermando la consegna alla Germania di Serhii Kuznetsov, ex militare ucraino di 49 anni accusato del sabotaggio ai gasdotti Nord Stream nel 2022, che verrà consegnato alla Germania entro pochi giorni, dopo essere stato preso in carico dagli ufficiali della Bundespolizei tedesca. L’avvocato difensore di Serhii Kuznetsov, nel prendere atto della decisione della Suprema Corte, ha dichiarato che “la battaglia per i diritti e per il diritto è tutt’altro che conclusa: proseguirà in Germania, dove le colleghe potranno finalmente argomentare e sviluppare i punti giuridici che avevamo predisposto, una volta che sia stato finalmente garantito il completo accesso al fascicolo, sino a oggi sistematicamente negato”.

 

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