sabato, Novembre 22, 2025

Truffa da 350mila euro a Gianna Orrù, madre di Valeria Marini. Condannato il produttore Milazzo

Un investimento presentato come garantito, un rapporto di fiducia costruito nel tempo e oltre 350mila euro spariti nel nulla. È quanto ricostruito dal tribunale nel processo di primo grado che vedeva imputato Giuseppe Milazzo Andreani, condannato a un anno di reclusione — pena sospesa — per la truffa ai danni di Gianna Orrù, madre dell’attrice e showgirl Valeria Marini. La vicenda nasce da un incontro del tutto casuale nel mondo dello spettacolo. Milazzo, presentatosi come produttore cinematografico, era stato introdotto a Orrù proprio dalla figlia Valeria, nell’ambito di un progetto legato alla realizzazione di un cortometraggio. Una collaborazione che, almeno inizialmente, sembrava procedere senza ombre. Terminato il lavoro, l’uomo avrebbe però riallacciato i rapporti con la donna proponendole un investimento finanziario “sicuro e altamente remunerativo”. Da lì, secondo l’accusa, sarebbe iniziato un meccanismo di raggiro ben orchestrato: Orrù, fidandosi delle spiegazioni di Milazzo, avrebbe iniziato a versare somme sempre più consistenti su una piattaforma di criptovalute. Prima un bonifico da 10mila euro, poi altri versamenti fino a superare quota 300mila euro. La figlia, Valeria Marini, avrebbe scoperto tutto solo quando i soldi investiti erano già arrivati a 200mila euro. Allarmata, avrebbe convinto la madre a interrompere i trasferimenti e a rivolgersi alle forze dell’ordine. Da lì la denuncia, l’avvio delle indagini e il successivo processo. La sentenza è arrivata nelle scorse ore: un anno di reclusione, con pena sospesa, per Milazzo Andreani, riconosciuto colpevole di truffa. L’imputato, attraverso il suo legale, continua a dichiararsi innocente e ha già annunciato l’intenzione di presentare ricorso in appello. Per Gianna Orrù resta l’amarezza di una vicenda dolorosa, che mette in luce ancora una volta quanto il mondo degli investimenti digitali possa trasformarsi in terreno fertile per raggiri e operazioni opache quando mancano vere garanzie e controlli.

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