martedì, Novembre 25, 2025

Ue e Unione africana si confrontano su commercio, materie prime, migrazioni

ALuanda, capitale dell’Angola, una repubblica africana da 40 milioni di abitanti che affaccia sull’Atlantico meridionale, si tiene oggi un importante incontro tra l’Unione europea e l’Unione africana, organizzazione di libero scambio che riunisce 55 paesi del continente. Sebbene la scena si sia presa quasi tutta dalla riunione dei 27 leader europei sul piano di pace per l’Ucraina, sul tavolo restano diversi temi di grande importanza, in un momento storico in cui il continente africano è diventato uno spazio di competizione tra Stati Uniti, Cina e Russia. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver partecipato in mattinata alla riunione dei leader europei sull’Ucraina a Luanda, è giunta intorno alle 13 alla sede del vertice, accolta dal presidente della Repubblica dell’Angola, João Lourenço. Tra gli interventi, quello del segretario generale dell’Onu António Guterres: “Come già detto, l’UE e l’UA rappresentano insieme il 40% degli Stati membri delle Nazioni Unite. Avete il potere di sostenere gli accordi broker della Carta e di guidare il mondo verso una realtà più stabile e inclusiva, in cui prevalga il diritto internazionale e le ingiustizie e le disuguaglianze siano progressivamente eliminate dalle turbolenze odierne. Potete creare una nuova era di speranza per l’unità, l’uguaglianza e la pace.” “A 25 anni dalla loro istituzione, questi incontri ad alto livello tra i leader africani ed europei offrono opportunità eccezionali – ha affermato Mahmoud Ali Youssef, presidente dell’Unione africana – Essi consentono di riflettere sul nostro destino comune, sugli interessi condivisi e sul futuro che stiamo plasmando insieme. Come tutti sappiamo, l’incertezza prevale sulla scena internazionale. Le norme consolidate della geopolitica internazionale sono messe in discussione. Stiamo assistendo all’escalation dei conflitti, all’ascesa del terrorismo e dell’estremismo e alla devitalizzazione del diritto internazionale. Certo, l’Africa sta affrontando le proprie crisi politiche, di sicurezza e di sviluppo. Tuttavia, da diversi decenni i nostri leader riflettono e tracciano la rotta da seguire per realizzare l’ambizione di un’Africa pacifica e integrata”. Il vertice di Luanda, settimo incontro di questo tipo, segna i 25 anni di relazioni tra l’Ua e l’Ue. “Le sfide che dobbiamo affrontare oggi – cambiamenti climatici, trasformazione digitale, migrazione irregolare, conflitti e insicurezza – non conoscono confini”, hanno sottolineato lunedì il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. “Dobbiamo rispondere a questo mondo multipolare con una cooperazione multipolare. Insieme, l’Africa e l’Europa possono indicare la strada”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta. “Il tema del forum di oggi è rafforzare i legami tra le nostre industrie, le nostre imprese e, naturalmente, tra i nostri popoli. Dall’ultimo vertice, tenutosi nel 2022, il contesto globale è diventato più difficile, ma le relazioni tra l’Africa e l’Europa si sono rafforzate. L’Europa è il principale partner commerciale dell’Africa. Un terzo del commercio totale dell’Africa è con l’Europa e noi siamo il principale investitore in Africa, con 240 miliardi di euro solo nel 2023”, ha ricordato von der Leyen in apertura dei lavori. L’UE rimane il principale partner commerciale dell’Africa: secondo Bruxelles, gli scambi di beni e servizi hanno raggiunto i 467 miliardi di euro nel 2023. Ma gli europei hanno subito delle battute d’arresto, talvolta alimentate dal risentimento verso il sanguinoso passato delle ex potenze coloniali e dalla concorrenza della Cina, i cui grandi progetti infrastrutturali sono ben accetti nel continente. La Russia, dal canto suo, ha approfittato della perdita di influenza della Francia per diventare il partner di sicurezza di diversi paesi. I capi di Stato e di governo discuteranno dei mezzi per frenare i flussi migratori verso l’Europa. All’ordine del giorno ci saranno anche le questioni relative alla sicurezza e un’iniziativa diplomatica per dare all’Africa una voce più forte negli organismi di governance globale come il Consiglio di sicurezza dell’ONU e la Banca mondiale. Anche il rafforzamento degli scambi commerciali, in un contesto di dazi doganali statunitensi imposti ai membri dei due blocchi. L’Ue dovrebbe offrire la propria esperienza per contribuire allo sviluppo del commercio intracontinentale africano, che attualmente rappresenta solo un modesto 15% del commercio continentale. Cercherà inoltre di garantire l’approvvigionamento dei minerali strategici necessari alla sua transizione ecologica e di ridurre la sua dipendenza dalla Cina per le terre rare essenziali per le tecnologie e i prodotti elettronici. Per l’Italia il vertice Unione europea-Unione africana è un’occasione per ribadire l’impegno verso un modello di cooperazione economica paritaria con le nazioni africane, in linea con il Piano Mattei, e per evidenziare la piena coerenza tra la propria strategia nazionale e l’approccio europeo del Global Gateway. Quest’ultimo è un’agenda di investimenti sulle infrastrutture per 150 miliardi di euro, sviluppata in partenariato tra Ue e Ua e volta anche a contrastare la crescente influenza della Cina a livello mondiale. La premier Giorgia Meloni è arrivata ieri sera dopo aver partecipato al G20 a Johannesburg, in Sudafrica. L’obiettivo, rimarcano le stesse fonti, è lavorare insieme su progetti concreti per sostenere il rafforzamento infrastrutturale del continente, attraverso un dialogo costante con l’Unione africana e con i partner africani. Temi che, si sottolinea, Meloni ha discusso il 20 giugno a Roma con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e con quello della Commissione dell’Ua Mahmoud Ali Youssouf nel corso di un vertice incentrato proprio su Piano Mattei e Global Gateway. Il vertice di Luanda, concludono fonti italiane, rappresenta quindi un’importante occasione per riaffermare, insieme ai 27 paesi Ue, l’impegno comune a consolidare stabilità e sicurezza nel continente africano: Roma contribuisce con mezzi e competenze agli sforzi europei attraverso missioni e operazioni civili e di supporto militare nei principali teatri di instabilità. Un impegno che, viene sottolineato, si affianca agli investimenti promossi dal Piano Mattei e dal Global Gateway, nella consapevolezza che senza sicurezza non è possibile promuovere una crescita realmente condivisa.

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