Un’aula trasformata in laboratorio di cittadinanza, dove i ragazzi non ascoltano semplicemente, ma sperimentano in prima persona cosa significhi essere vittima, bullo o spettatore. È questo l’approccio innovativo del progetto contro bullismo, cyberbullismo e revenge porn avviato nelle scuole medie Orazio di Pomezia e Ardea 3, promosso dalla dirigente Antonella Ciarbelli e realizzato in collaborazione con l’avvocato Mariacarmela Agnese del Foro di Velletri. “Molti ragazzi usano la parola ‘bullo’ in maniera superficiale – spiega Agnese – Oggi sembra che qualsiasi gesto di prepotenza rientri nel bullismo, ma non è così. Esistono condizioni precise che rendono un comportamento punibile, e la conoscenza di questi limiti è la chiave per prevenirli”. Durante gli incontri, gli studenti delle classi terze sono stati guidati attraverso esempi pratici e piccole rappresentazioni in aula, traducendo concetti giuridici complessi in situazioni reali e comprensibili. L’obiettivo è chiaro: far comprendere ai ragazzi che le azioni hanno conseguenze, che il rispetto dei confini è fondamentale e che non tutto ciò che appare prepotente costituisce bullismo. “Non si tratta di lezioni frontali, ma di esperienze condivise – sottolinea Agnese – In questo modo ogni studente può immedesimarsi negli altri, sviluppando consapevolezza e responsabilità”. Il progetto ha già riscosso entusiasmo tra gli studenti, mostrando come l’educazione alla legalità e al rispetto possa diventare pratica attiva e partecipata, trasformando l’aula in un vero laboratorio di cittadinanza.






