venerdì, Novembre 28, 2025

Cisgiordania, a Jenin soldati israeliani uccidono due palestinesi inermi

Militari dell’esercito israeliano hanno ucciso giovedì una coppia di uomini palestinesi nella Cisgiordania occupata dopo che questi sembravano essersi arresi alle truppe, attirando le accuse palestinesi secondo cui gli uomini sarebbero stati giustiziati “a sangue freddo”. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver avviato un’indagine. Gli omicidi, ripresi in due video trasmessi su due emittenti televisive arabe, sono avvenuti mentre Israele portava avanti la sua ultima offensiva in Cisgiordania, dove l’esercito ha intensificato le sue attività negli ultimi due anni. Israele afferma di reprimere gli insorti, ma i palestinesi e i gruppi per i diritti umani accusano Israele di usare forza eccessiva e sostengono che decine di civili disarmati sono stati uccisi. Un adolescente palestinese-americano detenuto in Israele per nove mesi è stato rilasciato giovedì sera. Il sedicenne è apparso visibilmente dimagrito ed è stato abbracciato dalla sua famiglia in lacrime. Israele sta combattendo su diversi fronti mentre un fragile cessate il fuoco a Gaza prosegue. Giovedì, Israele ha effettuato un’altra serie di attacchi aerei contro sospetti siti di Hezbollah nel Libano meridionale. Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Ben Gvir ha offerto il suo “pieno sostegno” alla polizia e ai soldati che hanno ucciso due palestinesi a Jenin, nella Cisgiordania occupata, mentre erano in piedi con le braccia alzate. “Pieno sostegno alle guardie di frontiera e ai combattenti dell’esercito israeliano che hanno sparato ai terroristi ricercati usciti da un edificio a Jenin”, ha scritto Itamar Ben Gvir su X. “I combattenti hanno agito esattamente come previsto: i terroristi devono morire!” ha aggiunto il ministro dell’estrema destra israeliana dopo la pubblicazione di un filmato che mostra militari israeliani sparare a distanza ravvicinata a due uomini che si arrendevano e l’annuncio dell’esercito di aver avviato un’indagine. Nessun intervento di macchine blindate, del Consolato e delle forze di sicurezza israeliane è stato effettuato per “mettere in sicurezza” la delegazione dei deputati Pd a margine di una operazione dell’esercito israeliano nel villaggio di Hizma. “Oggi – sottolineano – Eravamo in rientro da Gerico, dove era previsto un cambio di macchina, giunti all’altezza del checkpoint di Hizma, a 15 minuti da Gerusalemme, abbiamo udito forti boati: si trattava di bombe stordenti lanciate dalle forze IDF contro le auto davanti a noi ferme al checkpoint. Il nostro autista ha svoltato rapidamente imboccando una strada laterale, dove ci siamo poi fermati. In quel momento abbiamo informato il Consolato della situazione. Una famiglia palestinese ci ha poi offerto temporaneamente riparo nella propria abitazione. Da quel momento abbiamo mantenuto il contatto con i nostri diplomatici e siamo stati raggiunti da una telefonata della sicurezza israeliana. Nel frattempo, constatata la riapertura del varco, siamo tornati sulla strada principale con il nostro mezzo e seguendo il flusso delle auto ci siamo rimessi in marcia verso Gerusalemme per poi incrociare al di la’ del check point la macchina del console Bellato che ringraziamo, insieme alla nostra ambasciata a Tel Aviv, per la disponibilità e sollecitudine. Questo é quanto accaduto, la situazione si è risolta positivamente e non c’è stato bisogno di nessun intervento straordinario” concludono. “Pertanto non comprendiamo perché la Farnesina stia facendo circolare una diversa ricostruzione dei fatti”. Così una nota della delegazione dei deputati del Pd in missione in Cisgiordania. “Ci sono 70mila palestinesi martirizzati in questa guerra, la maggior parte di loro erano donne e bambini uccisi dall’esercito israeliano sostenuto dall’amministrazione statunitense. La guerra con Israele non è iniziata il 7 ottobre l’occupazione esiste dal ’48 poi è ricominciata nel ’67. In Cisgiordania e a Gaza le uccisioni non si sono mai fermate, la giudeizzazione non si è mai fermata quindi i responsabili sono gli occupanti sionisti e coloro che li sostengono”. Lo ha affermato in un’intervista esclusiva a ‘Cinque Minuti’ Ali Baraka, uno degli attuali capi di Hamas. In merito al presidente americano Donald Trump “non è una questione di fiducia. Sappiamo che l’unica a poter influenzare il governo israeliano è l’amministrazione americana e oggi l’amministrazione americana è Trump”. Ha affermato Ali Baraka. “Netanyahu ha accettato l’accordo perché c’è stata la pressione americana”, ha aggiunto. Le autorità israeliane hanno disposto il rilascio dal carcere di Mohammed Ibrahim, un 16enne palestinese-statunitense rimasto detenuto per nove mesi con l’accusa di aver tirato pietre a coloni in Cisgiordania: lo riferiscono Al Jazeera e il Guardian. La decisione, assunta da una corte dopo un patteggiamento, è stata resa nota dalla famiglia del ragazzo, spiega il quotidiano britannico. “Non si può descrivere con le parole l’infinito sollievo che sentiamo in questo momento come famiglia”, recita un comunicato citato da entrambi i media e attribuito a un amico stretto dei cari di Ibrahim, Zeyad Kadur. Quando aveva ancora 15 anni, a febbraio scorso, il giovane palestinese-statunitense era stato arrestato da militari israeliani nella località di al-Mazraa ash-Sharqiya, vicino a Ramallah. Il ragazzo si trovava nella casa che la sua famiglia possiede in Cisgiordania, secondo le testate indicate. Il suo caso aveva suscitato negli Stati Uniti un’intensa campagna a favore della sua liberazione, portata avanti in particolare da gruppi pro-diritti civili e congressisti democratici. “Ora siamo concentrati sull’assistenza sanitaria di cui ha bisogno Mohammed, dopo esser stato soggetto ad abusi e condizioni inumane da parte di Israele”, afferma il comunicato citato da Kadur.

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