«Alcune notizie provenienti dal territorio impongono una riflessione seria e non più rinviabile». Con queste parole prende forma la dura presa di posizione di un gruppo consiliare che guarda con crescente inquietudine agli ultimi sviluppi nelle aziende partecipate dei Comuni di Ladispoli e Cerveteri, realtà considerate strategiche perché responsabili di servizi pubblici essenziali. Il riferimento è alle recenti nomine dirigenziali che, secondo i critici, sarebbero state effettuate senza quella trasparenza e quella logica di competenza che dovrebbero guidare la gestione del patrimonio pubblico. «La gestione trasparente, competente e responsabile si annulla ai danni della collettività – denunciano –. Assistiamo a dinamiche opache che sembrano rispondere più a logiche di appartenenza e interessi particolari che al bene comune». Le perplessità non riguardano soltanto la struttura amministrativa interna delle partecipate, ma un contesto più ampio che il territorio vive da anni: quello dell’assenza di progettualità capace di offrire alternative concrete alle migliaia di cittadini costretti quotidianamente a spostarsi verso Roma per studiare o lavorare. «Pensiamo ai giovani che frequentano scuole e università nella Capitale, alle lavoratrici e ai lavoratori che devono affrontare spostamenti lunghi e difficili – spiegano – perché nei nostri territori non sono mai state costruite reali alternative, né si è mai avuta la volontà politica di programmarle». Il timore è che le partecipate, anziché rappresentare leve fondamentali per lo sviluppo di servizi moderni ed efficienti, possano trasformarsi in strumenti piegati a logiche politiche che frenano la crescita e rallentano ogni slancio progettuale. «Il territorio ha bisogno di visione, programmazione e competenze – conclude la nota – non di decisioni calate dall’alto che rischiano di compromettere il futuro dei servizi pubblici locali».
Ladispoli, l’allarme dell’opposizione: «Nomine nelle partecipate preoccupanti, servono trasparenza






