La vicenda affonda le sue radici nel 2021, quando la Recupero Immobili di Prestigio S.r.l., allora non ancora in liquidazione, presenta un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la nuova classificazione introdotta nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) approvato dalla Regione Lazio nell’aprile di quello stesso anno. Il motivo del contendere è un piccolo lotto di proprietà della società, recintato e attualmente incolto, che il PTPR aveva inserito nella categoria di “paesaggio naturale di continuità”, una fascia di tutela particolarmente stringente destinata – almeno nelle intenzioni – a proteggere aree naturali o seminaturali, soprattutto quando adiacenti a paesaggi considerati di pregio. La Regione Lazio, però, si oppone sin da subito al ricorso e chiede formalmente che la questione venga sottratta alla giurisdizione straordinaria per essere esaminata dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. È così che il caso viene incardinato dinanzi ai giudici amministrativi, i quali lo inseriscono nel calendario dell’udienza dedicata allo smaltimento dell’arretrato, tenutasi il 14 novembre 2025. Nelle sue argomentazioni, la società ricorrente sostiene che il lotto non possieda affatto le caratteristiche tipiche dei paesaggi da proteggere con vincoli così rigidi. Non si tratterebbe, secondo la difesa, di un’area naturale né di un ambiente seminaturale: il terreno è infatti situato in una zona ormai fortemente urbanizzata, tra Ardea e Anzio, circondato da edificazioni esistenti e da attività che nulla hanno a che vedere con scenari paesaggistici incontaminati. La classificazione imposta dal PTPR, sempre secondo la società, avrebbe dunque determinato un vincolo sproporzionato e privo di adeguata motivazione, traducendosi di fatto in una totale inedificabilità dell’area. Gli argomenti del ricorrente hanno convinto il TAR, che ha deciso di accogliere il ricorso e annullare la classificazione regionale, aprendo un nuovo capitolo nella complessa vicenda urbanistica del litorale laziale.
