La Tuscia arretra nella classifica nazionale sulla Qualità della vita 2024 stilata da Il Sole 24 Ore, perdendo 5 posizioni e collocandosi al 71° posto su 107 province. Una flessione che fotografa un territorio che, pur mostrando segnali di vitalità in alcuni settori, fa fatica a tenere il passo nelle principali dinamiche economico-sociali. Il report analizza 90 indicatori suddivisi in sei macro-aree, e per Viterbo il bilancio è complessivamente negativo: solo tre comparti registrano miglioramenti, mentre gli altri segnano arretramenti più o meno significativi. I dati nel dettaglio: crescita negli affari, calo netto in ricchezza e consumi Nella categoria “Affari e lavoro”, la Tuscia mette a segno la performance migliore, guadagnando 21 posizioni e salendo al 63° posto nazionale. Un dato che riflette soprattutto la vivacità del tessuto imprenditoriale: aumentano, infatti, la densità di imprese registrate e la vitalità delle start-up innovative, segno di una provincia dove la voglia di fare impresa resta alta. Ma il quadro positivo si interrompe di fronte agli indicatori che misurano il benessere economico diretto delle famiglie. Per la voce “Ricchezza e consumi”, infatti, Viterbo scende al 74° posto (-4 posizioni), e crolla fino all’82° posto per il livello della retribuzione media annua, uno dei peggiori dati registrati. La categoria “Giustizia e sicurezza” vede la Tuscia al 46° posto, in discesa di 8 posizioni rispetto all’anno precedente. Il dato appare in chiaroscuro: da un lato, il Tribunale di Viterbo mantiene una buona performance nella velocità della giustizia civile, che le vale un eccellente 25° posto nazionale; dall’altro, gli indicatori che misurano la percezione e l’incidenza della criminalità peggiorano, trascinando l’intero comparto verso il basso. La Tuscia registra un leggero miglioramento nella sezione “Demografia e società”, dove sale al 64° posto (+9), un dato che però non compensa la perdita di attrattività generale del territorio. Sempre al 64° posto si colloca la categoria “Ambiente e servizi”, in calo di 4 posizioni, nonostante un elemento di forte distinzione: la provincia si conferma tra le migliori in Italia per la diffusione delle fonti rinnovabili, dove raggiunge addirittura il 21° posto nazionale. Per l’area “Cultura e tempo libero”, Viterbo risale di un solo gradino, piazzandosi al 72° posto: un progresso minimo che non riesce a colmare un divario strutturale nella capacità di attrarre pubblico, investimenti e grandi eventi. Il quadro che emerge dalla classifica 2024 evidenzia una realtà complessa: la Tuscia resiste agli urti degli ultimi anni — pandemia, crisi energetica, inflazione e instabilità internazionale — ma la ripresa è ancora fragile. La tenuta del tessuto imprenditoriale e la buona performance della giustizia civile rappresentano punti di forza, ma non bastano a compensare la debolezza dei redditi, la scarsa crescita dei consumi e il rallentamento nei servizi fondamentali. Il territorio, pur mostrando potenzialità significative, sembra avere ancora difficoltà a tradurre le sue risorse in benessere concreto per le famiglie. Il 2025 si prospetta, dunque, come un anno cruciale per invertire la rotta e recuperare un posizionamento più competitivo nella qualità della vita.






