Colpo di scena nel procedimento legato alla ormai nota “cena dei veleni”. La sindaca Chiara Frontini e il marito Fabio Cavini sono stati rinviati a giudizio dalla Corte d’Appello, che questa mattina ha accolto il ricorso del pubblico ministero Massimiliano Siddi contro la precedente decisione del gup Fiorella Scarpato, la quale aveva disposto il non luogo a procedere per il reato di minaccia a corpo politico. Nel corso dell’udienza, la Corte ha riformulato l’accusa in minaccia aggravata, sovvertendo così la sentenza di primo grado e aprendo la strada al processo. L’episodio contestato risale al 26 settembre 2023, quando, nella casa del consigliere comunale Marco Bruzziches, si tenne una cena diventata poi oggetto d’indagine giudiziaria. Secondo l’accusa, durante quell’incontro sarebbero state pronunciate minacce finalizzate a influenzare gli equilibri politici all’interno del consiglio comunale. Le presunte pressioni non avrebbero riguardato solo Bruzziches, ma anche la consigliera Letizia Chiatti e, più in generale, chiunque avesse potuto rappresentare un ostacolo alla tenuta della maggioranza. Una dinamica che, secondo il pubblico ministero, avrebbe configurato un vero e proprio turbamento dell’attività politica dell’assemblea cittadina. Con la decisione odierna, il procedimento riparte dunque da un quadro accusatorio riformulato e ritenuto meritevole di approfondimento dibattimentale. La sindaca Frontini e il marito Cavini, attraverso i loro legali, avevano sempre respinto ogni addebito, definendo la vicenda una ricostruzione infondata. Ora sarà il processo a stabilire la verità dei fatti. La data della prima udienza sarà fissata nei prossimi giorni. Nel frattempo, la città osserva con attenzione gli sviluppi di un caso che, da oltre un anno, intreccia politica, rapporti interni alla maggioranza e dinamiche giudiziarie.
Cena dei veleni, la Corte d’Appello ribalta il verdetto: rinviati a giudizio la sindaca Frontini e il marito






