Dopo la notifica dei domiciliari, per Roberto Palumbo arriva anche la sospensione dall’incarico. Una misura obbligatoria scattata dal 5 dicembre, quando il primario di Nefrologia del Sant’Eugenio è stato arrestato in flagranza mentre incassava 3 mila euro in contanti. Nei confronti del medico la Asl Roma 2 ha aperto un fascicolo interno, attivando l’ufficio di disciplina. La Regione Lazio è pronta a costituirsi parte civile, fa sapere il presidente Rocca. “Quello che è stato scoperto è orribile”, commenta, “Non faremo sconti a nessuno ma non bisogna fare passi falsi mettendo a rischio la salute dei pazienti”. Poi l’annuncio di un approfondimento sulle strutture coinvolte per eventuali sospensioni dell’accreditamento. Intanto la difesa di Palumbo sta valutando la possibilità di ricorrere al Riesame contro l’ordinanza di arresto per corruzione. Proprio dalle carte dell’inchiesta emergono dettagli sulla facilità con cui il primario indirizzava i pazienti dimessi da un ospedale pubblico verso cliniche private amiche, in cambio di denaro e altre utilità. Prima fra tutte il centro di dialisi Dialeur, di cui detiene il 60% delle quote. La società italiana di Nefrologia di cui Palumbo è stato anche consigliere si dissocia dall’accaduto, dichiarandosi estranea ai fatti.






