domenica, Dicembre 14, 2025

Bando taxi a Roma, il Tar ribalta la graduatoria: rischio ricorsi e ritardi nei ristori

Avrà conseguenze rilevanti la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato parzialmente la graduatoria del concorso per l’assegnazione di 1.000 nuove licenze taxi a Roma. Un verdetto che riapre un capitolo che in Campidoglio veniva considerato ormai archiviato e che, invece, rischia ora di produrre un effetto a catena fatto di nuovi ricorsi, ricalcoli delle posizioni e inevitabili rallentamenti. Una certezza, intanto, c’è già: i tassisti che attendevano i ristori economici legati al bando dovranno pazientare ancora. La decisione dei giudici amministrativi ha accolto il ricorso presentato da circa 70 lavoratori che avevano scelto la cosiddetta “opzione tre” al momento della partecipazione al concorso. Il bando prevedeva infatti tre possibilità: l’opzione uno per concorrere alle licenze ordinarie, la due per quelle dedicate al trasporto delle persone con disabilità – con un bonus di cinque punti in graduatoria – e la tre che consentiva di partecipare a entrambe le selezioni. È proprio quest’ultima scelta ad aver generato il contenzioso. Alla pubblicazione delle graduatorie, infatti, i candidati che avevano optato per la terza opzione si sono ritrovati automaticamente relegati in fondo a entrambe le liste, indipendentemente dal punteggio conseguito. Una modalità che, secondo il Comune di Roma, era espressamente prevista dal bando, ma che i ricorrenti hanno contestato come penalizzante e non chiaramente esplicitata. Il Tar ha dato loro ragione, stabilendo che quel meccanismo ha inciso in modo illegittimo sulle possibilità di assegnazione delle licenze. Le ricadute della sentenza rischiano ora di essere pesanti. Molti dei candidati che avevano scelto l’opzione tre avevano ottenuto punteggi elevati, sufficienti per rientrare nelle licenze ordinarie – le più ambite – ma sono rimasti esclusi, risultando solo “idonei” per quelle destinate al trasporto disabili. Con l’annullamento parziale della graduatoria, diversi di loro, già oggi operativi come tassisti, potrebbero rivendicare il diritto a una licenza ordinaria. Una scelta che innescherebbe un vero e proprio effetto domino, costringendo l’amministrazione a rivedere assegnazioni, scorrimenti e posizioni già definite. Sul piano amministrativo e politico, la sentenza apre inoltre la strada a ulteriori ricorsi da parte di altri candidati che si ritengono danneggiati, con il rischio di allungare ulteriormente i tempi di chiusura della procedura. A farne le spese, oltre alla certezza delle regole, saranno anche i tempi per l’erogazione dei ristori economici promessi ai tassisti: risorse che, alla luce del nuovo scenario, resteranno congelate fino a quando il quadro non sarà definitivamente chiarito. Un colpo di scena che riaccende il dibattito sul bando taxi e che mette il Comune davanti a una scelta complessa: difendere l’impianto originario o riscrivere parte della procedura, accettando di riaprire una partita che sembrava già conclusa.

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