lunedì, Dicembre 15, 2025

Mancanza di piogge, traffico, ma soprattutto gli impianti di riscaldamento. Pm10 in aumento

La cappa di smog torna a soffocare le città, con i livelli di polveri sottili che negli ultimi giorni hanno superato quasi ovunque la soglia di sicurezza fissata a 50 microgrammi per metro cubo. Un valore limite che, secondo le centraline di monitoraggio, è stato oltrepassato in maniera diffusa, soprattutto nelle aree urbane più trafficate e nei bacini già strutturalmente critici dal punto di vista ambientale. A incidere sono stati una combinazione di fattori: l’assenza di vento, le temperature rigide, l’uso massiccio dei sistemi di riscaldamento domestico e il traffico veicolare intenso, che hanno favorito l’accumulo di particolato nell’aria. Di fronte all’ennesima emergenza, le amministrazioni locali hanno fatto scattare le misure previste dai piani antismog: stop alla circolazione dei veicoli più inquinanti, limitazioni per diesel di vecchia generazione, divieti temporanei per alcune categorie di mezzi nelle fasce orarie più critiche. Provvedimenti necessari, ma che ancora una volta si rivelano insufficienti a invertire una tendenza che sembra ormai strutturale. I dati, infatti, mostrano come il superamento dei limiti non sia un episodio isolato ma una condizione che si ripete ciclicamente, soprattutto nei mesi invernali. Le associazioni ambientaliste tornano a puntare il dito contro interventi considerati “tampone”, efficaci solo nel breve periodo. Il traffico veicolare resta una delle principali fonti di emissioni, ma non l’unica: un peso rilevante è rappresentato anche dal riscaldamento a combustibili fossili e dalle stufe a biomassa, spesso obsolete e poco efficienti. Senza un cambio di passo deciso, sottolineano gli esperti, i blocchi del traffico rischiano di trasformarsi in rituali destinati a ripetersi senza reali benefici per la salute pubblica. Intanto, l’aria irrespirabile continua a rappresentare un pericolo concreto per le fasce più fragili della popolazione: anziani, bambini e persone affette da patologie respiratorie e cardiovascolari. I medici raccomandano di limitare le attività all’aperto nelle ore più critiche e di prestare particolare attenzione ai sintomi legati all’esposizione prolungata agli inquinanti. Ma l’emergenza smog, avvertono in molti, non può più essere affrontata solo con divieti temporanei: servono investimenti strutturali sulla mobilità sostenibile, sul rinnovo degli impianti di riscaldamento e su una pianificazione urbana capace di ridurre davvero l’impatto delle polveri sottili sulla vita quotidiana.

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