Controlli non fatti o fatti in maniera ingannevole sui lavori stradali per Roma Capitale in cambio di denaro, orologi e promesse di percentuali sul valore degli appalti. Per questo 5 funzionari pubblici, dipendenti del Comune e di società controllate, rischiano ora il rinvio a giudizio per corruzione e frode nelle pubbliche forniture. E’ quanto emergerebbe alla chiusura delle indagini della Procura di Roma nell’inchiesta che ha come principale indagato Mirko Pellegrini, imprenditore conosciuto come “Mr. Asfalto”, sospettato di essere al vertice di un’associazione a delinquere che avrebbe gestito lavori di manutenzione stradale nella Capitale utilizzando materiali scadenti e con società intestate a prestanome. I 5 dipendenti sono accusati di aver preso dei soldi in cambio di “espedienti maliziosi e ingannevoli” – così li hanno definiti i magistrati – per omettere controlli o svolgere controlli mirati sulla regolarità dei lavori stradali e non far osservare il divieto di subappalto. Così l’esecuzione del contratto appariva del tutto conforme con gli obblighi assunti, come se il lavoro fosse stato fatto a regola d’arte. Del tutto diversa la realtà contestata dagli inquirenti, risparmi sulla qualità e la quantità del materiale impiegato, in particolare sullo spessore del manto di asfalto realizzato, sempre inferiore di quanto dichiarato. Per chiudere un occhio – contestano i pubblici ministeri – tre dipendenti avrebbero intascato fino a 30mila euro, come per i cantieri dell’Acqua Acetosa Ostiense e di via Palmiro Togliatti, in alcuni casi con l’aggiunta di orologi di valore. Per altri ci sarebbe stata la promessa di somme di denaro pari al 5% del valore dei lavori appaltati. Accusati di corruzione anche due agenti di polizia.






