Donald Trump ha parlato alla nazione per quasi venti minuti consecutivi, senza pause e a un ritmo insolitamente rapido, dalla Diplomatic Reception Room della Casa Bianca. «Buonasera America, undici mesi fa ho ereditato un disastro e ora lo sto risolvendo», ha esordito il presidente, inaugurando un intervento dai toni incalzanti e fortemente politici, a poco più di un anno dalle elezioni di Midterm che potrebbero ridisegnare gli equilibri del Congresso. I temi affrontati sono stati quelli già al centro del recente comizio in Pennsylvania, che ha segnato l’avvio del tour elettorale repubblicano: immigrazione, sicurezza, lotta ai cartelli della droga, deportazioni, economia, sanità e tariffe. Ma rispetto alle piazze, il discorso televisivo è apparso più ripetitivo e, secondo fonti interne all’amministrazione, segnato da una tensione crescente, alimentata dal timore di una possibile sconfitta elettorale che costerebbe ai repubblicani la maggioranza parlamentare. Come già in altre occasioni, Trump ha concentrato gran parte dell’intervento contro il suo predecessore Joe Biden, accusandolo del declino del Paese. «Fino a un anno fa l’America era morta», ha detto, rivendicando una svolta netta soprattutto sul fronte dell’immigrazione. «Ho fermato l’invasione. Non serviva una nuova legge, come diceva Biden, serviva un nuovo presidente. Abbiamo iniziato le deportazioni. Washington non è mai stata così sicura e stiamo distruggendo i cartelli della droga. L’arrivo della droga è diminuito del 94%», ha sostenuto. Il presidente ha parlato di 25 milioni di migranti entrati negli Stati Uniti sotto l’amministrazione Biden, una cifra superiore ai dati ufficiali, che stimano circa 12 milioni di arrivi, con una parte significativa di respingimenti. Trump ha poi ribadito di aver «messo fine a otto guerre» e di aver portato «la pace in Medio Oriente per la prima volta in 3.000 anni», una dichiarazione destinata a far discutere. Ampio spazio è stato riservato all’economia, descritta come in piena ripresa. «I prezzi stanno scendendo molto velocemente, l’inflazione non è mai stata così bassa e non ci sono mai stati così tanti posti di lavoro», ha affermato. Secondo il presidente, sotto Biden «la maggior parte dei nuovi impieghi è andata ai migranti», mentre oggi «il 100% dei posti di lavoro creati è per cittadini nati in America». Numeri e previsioni che però non convincono molti analisti. L’inflazione, tornata al 3% a settembre, potrebbe risalire nei prossimi mesi. Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha più volte indicato nelle tariffe uno dei fattori di pressione sui prezzi. I dazi sono stati criticati anche dalla chief of staff Susie Wiles, che in un’intervista a Vanity Fair li ha definiti «dolorosi». Anche la disoccupazione è tornata a crescere, passando dal 4% di gennaio al 4,6% di novembre, un aumento che diversi economisti collegano proprio agli effetti delle politiche tariffarie. Trump, al contrario, continua a difendere con forza i dazi, definiti «la mia parola preferita». «Abbiamo attirato 18 miliardi di investimenti grazie alle tariffe. Le aziende sanno che se producono qui non le pagano», ha detto, prefigurando un boom di nuovi investimenti, soprattutto nel settore dell’intelligenza artificiale. Ha anche annunciato che a gennaio renderà noto il nome del nuovo presidente della Fed, «che avrà come priorità il taglio dei tassi». Assente dal discorso uno dei temi più cari ai democratici, quello dell’“affordability”, il costo della vita, che continua a preoccupare una parte dell’elettorato repubblicano. Trump ha però rivendicato un aumento dei salari: «Sotto Biden sono scesi di 3.000 dollari, con me sono saliti di 1.300 dollari. Per la prima volta l’inflazione cresce meno dei salari». Non sono mancate le promesse per il futuro. Nel 2026, secondo il presidente, arriverà «il più grande taglio delle tasse della storia», con risparmi stimati tra gli 11.000 e i 20.000 dollari l’anno per famiglia grazie al Big Beautiful Bill, la legge di bilancio approvata a luglio e in vigore da gennaio. Sul fronte della sanità, Trump ha rilanciato l’attacco a Obamacare, ribattezzato «Unaffordable care act». «I soldi devono andare alle persone, non alle assicurazioni», ha detto, annunciando anche il lancio, da gennaio, della piattaforma Trump RX per l’acquisto di farmaci a prezzi calmierati. Un discorso fiume, senza interruzioni, che ha ribadito con forza i capisaldi della narrazione trumpiana, ma che lascia aperti molti interrogativi sulla reale tenuta dei numeri e sull’impatto politico in vista di una campagna elettorale che si preannuncia sempre più tesa.
Trump promette il boom economico nel 2026: “Ho ereditato un disastro e lo sto risolvendo”






