Doveva essere un momento di riconoscimento culturale e di orgoglio cittadino, si è trasformato invece in un caso politico destinato a far discutere. La mancata concessione della sala della biblioteca comunale per celebrare Marco Milani, ex assessore alla Cultura di Ladispoli e vincitore del Premio Firenze – sezione Narrativa Edita, ha acceso la polemica e innescato un acceso confronto istituzionale. Secondo quanto emerso, per la giornata di sabato era stata avanzata richiesta ufficiale di utilizzo della sala della biblioteca per rendere omaggio all’autore e al prestigioso riconoscimento letterario ottenuto. Il via libera, però, non è mai arrivato, lasciando l’iniziativa senza una sede e aprendo interrogativi sulle motivazioni del diniego. La vicenda ha rapidamente assunto un risvolto politico, approdando anche in Consiglio comunale attraverso una domanda di attualità presentata dai consiglieri di Ladispoli Attiva Gianfranco Marcucci, Martina Paoli e Amelia Mollica Graziano. I tre hanno chiesto chiarimenti all’amministrazione sulle ragioni che hanno portato alla mancata concessione di uno spazio pubblico per un evento culturale legato a un riconoscimento di rilievo nazionale. Al centro del dibattito non c’è soltanto il singolo episodio, ma il tema più ampio dell’accesso agli spazi culturali comunali e del rapporto tra istituzioni e mondo della cultura. Per molti, negare la sala della biblioteca per onorare un premio letterario rappresenta un segnale negativo, soprattutto considerando il ruolo ricoperto in passato da Milani e il valore simbolico del Premio Firenze.La polemica resta aperta e continua ad alimentare il confronto politico in città, con richieste di maggiore trasparenza e criteri chiari nella gestione degli spazi pubblici. Intanto, a Ladispoli, quello che doveva essere un semplice momento celebrativo si è trasformato in un caso emblematico capace di dividere e far discutere.
Ladispoli, sala negata per premiare Marco Milani: scoppia il caso politico
