domenica, Dicembre 21, 2025

Torino, duri scontri tra manifestanti e polizia alla manifestazione per Askatasuna

Scontri alla manifestazione contro lo sgombero del centro sociale Askatasuna a Torino. Il corteo dopo i disordini è terminato in corso Casale, davanti alla chiesa della Gran Madre, uno dei simboli della città, ai piedi della collina torinese. “Ci troveranno in ogni piazza di questo Paese – hanno detto gli organizzatori al microfono – La verità è che la nostra casa ora sono le strada o cortei e le assemblee: ogni momento di partecipazione”. Alla fine sono stati annunciati i prossimi appuntamenti, a cominciare dalla notte di Capodanno “dove saremo in strada per un’inaugurare un anno di lotte”. Alla fine del corteo sono state proiettate con fasci di luce sui palazzi di piazza Vittorio Veneto, alcune scritte contro polizia, il sindaco Stefano Lo Russo e la premier Giorgia Meloni. Secondo la Questura il bilancio è di undici agenti feriti. La polizia ha azionato gli idranti e lanciato lacrimogeni quando il corteo, fino a quel punto pacifico, ha cercato di avanzare in direzione del cordone della celere, schierato in corso Regina Margherita a protezione della palazzina sgomberata due giorni fa. Tra i manifestanti, alcuni, a volto coperto, hanno risposto lanciando in direzione degli agenti di polizia pietre, fuochi d’artificio accesi, bottiglie, vernice. La situazione rimane tesa e c’è chi ha improvvisato barricate incendiando cassonetti della spazzatura. Dopo circa mezz’ora di duri scontri, il corteo è ripartito in direzione opposta, per poi chiudersi intorno alle 18. Diverse organizzazioni di attivisti, anche da altre città, si erano date appuntamento per manifestare nel corteo al grido di “questo governo militare ha paura di noi, avanti fino alla vittoria, sempre dalla parte dell’Askatasuna”. Per gli organizzatori i manifestanti erano diecimila, per la questura tremila. “Askatasuna vuol dire libertà, nessuno ci fermerà”,  “guai a chi ci tocca”, scandivano alla partenza del corteo i manifestanti dietro uno striscione sul quale si leggeva: “Torino partigiana, que viva Askatasuna”. Presenti molti giovani e famiglie, residenti nel quartiere Vanchiglia e bambini con uno striscione con le impronte delle loro mani. Delegazioni sono arrivate da altre città, come Milano, Genova e dal Nord Est. Numerose le bandiere No Tav, della Palestina. In corteo anche la capogruppo Consiglio Regionale di Avs Alice Ravinale. “Durante una perquisizione disposta dalla magistratura la polizia ha identificato dei soggetti che avevano occupato abusivamente i piani superiori dello stabile, dichiarati inagibili dal 2023. Questo ha rappresentato una violazione degli accordi stipulati dal centro sociale con il Comune di Torino, che pertanto ha formalmente revocato l’accordo, facendo venire meno il titolo valido per l’occupazione dell’edificio. A questo punto, le forze di polizia hanno provveduto a liberarlo. Contestualmente sono stati murati gli accessi al fine di impedire una eventuale nuova occupazione”. Lo afferma, in un’intervista a ‘Libero’, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dopo lo sgombero del centro sociale Askatasuna aggiungendo che “come regola ci siamo dati sin dall’inizio quella di sgomberare entro 24 ore ogni edificio oggetto di nuove occupazione abusive. Infatti non se sono praticamente registrate più di nuove”.
“Alcune occupazioni sono risalenti negli anni e per queste su tutto il territorio nazionale si sta procedendo secondo un ordine progressivo stabilito dalle prefetture. Molti sono stati gli sgomberi effettuati e molti altri confidiamo di farne – continua – Prevengo la domanda dicendole che faremo quanto prima lo sgombero anche dell’immobile occupato da CasaPound e non solo quello. Fui io, da prefetto di Roma, a inserire quell’immobile nella lista degli sgomberi da effettuare”. Quanto alla situazione della sicurezza, secondo Piantedosi “i dati di quest’anno dimostrano che sono calati i delitti, ci sono meno sbarchi, e sono stati effettuati più rimpatri di irregolari”. Riguardo al caso dell’espulsione revocata dell’imam di Torino, Piantedosi assicura a ‘Libero’: “Il ministero dell’Interno farà ricorso per ottenere il rimpatrio di un soggetto ritenuto pericoloso. Il Viminale si è mosso nell’esclusivo interesse di difendere la sicurezza dello Stato come ha fatto in tanti altri casi, con ciò preservando il Paese da derive estremistiche. Ecco perché perseguiremo fino in fondo l’obiettivo di rimpatriare questo signore”. Sull’ipotesi di una candidatura come sindaco di Bologna precisa: “Amo moltissimo Bologna, una città meravigliosa a cui sono legato in maniera indissolubile. Detto questo, l’ipotesi di una mia candidatura a sindaco della città è una fantasiosa suggestione giornalistica del tutto infondata, così come lo era quella relativa al ruolo di presidente della Campania”. Infine sull’intitolazione a De Gasperi della più importante sala al Viminale, il ministro commenta: “Rivendico con convinzione il rispetto storico per il riconoscimento dell’importante ruolo svolto dalla Democrazia cristiana nel nostro Paese” e aggiunge di considerare Alcide De Gasperi “un autentico padre della Repubblica italiana”. ”Io penso che la legge debba essere sempre rispettata, quando si viola la legge lo Stato ha il dovere non il diritto di farla rispettare ed è quello che il ministro dell’Interno Piantedosi ha fatto. Se poi i violenti vogliono continuare a fare violenza, non possono pensare che lo Stato rimanga immobile e il Governo non può rimanere immobile, perché la violenza è contro i cittadini”. Così il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a proposito dello sgombero del centro sociale Askatasuna, a margine di un evento a Torino. ”Distruggere auto, menare poliziotti, carabinieri, finanzieri che fanno il loro dovere, tanti di questi sono figli di papà che se la prendono con i figli del popolo, come diceva Pasolini, non va bene – ha aggiunto Tajani – Il diritto di manifestare senz’altro, tutti sono liberi di farlo, l’importante è che non ci sia alcun messaggio violento, non basta non essere violenti. Certamente non ci facciamo intimidire perché la legge va sempre rispettata”. ”I cittadini torinesi che vogliono lavorare e vivere tranquillamente certamente non stanno dalla parte di chi distrugge le vetrine e brucia le auto e minaccia. Si deve far sempre prevalere il buon senso, Torino è una città moderata e di lavoratori, molti vengono anche dal Sud ed è una città che va rispettata anche dai centri sociali”, ha concluso il ministro. Lo sgombero del centro sociale Askatasuna “è stata una bella di notizia per Torino ma anche per l’Italia”. Lo ha dichiarato Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, oggi nel capoluogo piemontese per prendere parte a un evento all’ospedale infantile Regina Margherita. “Nel tempo – ha osservato – Askatasuna è diventato il riferimento dell’antagonismo non solo a livello territoriale, ma anche a livello nazionale. E tutti i racconti che ho sentito in questi giorni su un centro culturale dove si faceva inclusione e si faceva cultura sono delle balle. Era un centro dell’eversione”.

 

 

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