Le attività ripartono solo dopo l’arrivo della polizia, intervenuta per aprire i cancelli che qualcuno nella notte ha chiuso con un catenaccio. Al liceo Giulio cesare si è conclusa l’occupazione, ma restano strascichi e polemiche, oltre ai danni che hanno richiesto interventi straordinari di pulizia e ripristino. Ma a tenere banco sono soprattutto le scritte offensive comparse in diversi locali dell’istituto: una seconda “lista stupri”, dopo quella di fine novembre, questa volta con i nomi di due docenti. E poi ancora insulti verso la dirigente scolastica. “Parole offensive, diffamatorie e minacciose, tali da ledere profondamente la dignità individuale e il rispetto reciproco” – si legge in un comunicato della preside e del collegio docenti pubblicato sul sito della scuola. “Comportamenti che non possono essere giustificati né ricondotti a forme legittime di espressione del dissenso” – continua la nota – e che hanno portato la dirigenza a prendere provvedimenti, tra cui il 5 in condotta per gli studenti che hanno partecipato alla protesta e l’annullamento delle gite. Da parte della scuola si ribadisce inoltre l’impegno a rafforzare i percorsi di educazione alla legalità, alla cittadinanza e al rispetto di genere. Il Liceo Giulio Cesare di Roma, non è più occupato da ieri. Dopo la nuova lista degli stupri apparsa con anche il nome di due insegnanti, si è deciso di porre fine allo stato di occupazione dell’Istituto. La dirigente scolastica e il collegio dei docenti, in un comunicato congiunto inviato anche alla redazione della TGR, hanno espresso “la ferma deplorazione per quanto accaduto, episodi che hanno comportato una grave compromissione del diritto allo studio, del regolare svolgimento delle attività didattiche e del clima educativo che deve caratterizzare la vita scolastica”. Sono state condannate con decisione anche le scritte offensive, rivolte al Dirigente e a due professoresse della scuola. “Tali comportamenti non possono in alcun modo essere giustificati né ricondotti a forme legittime di espressione del dissenso” prosegue il comunicato. La scuola resta un luogo di confronto, dialogo e partecipazione democratica – ribadisce la preside – ma ogni forma di protesta o manifestazione del disagio deve avvenire nel rispetto delle persone, delle regole, dei beni comuni e delle istituzioni. Atti intimidatori, lesivi o irresponsabili non solo non favoriscono il dialogo, ma producono fratture e sofferenze che contrastano con la missione educativa della scuola. Durante l’occupazione ci sono stati dei danni che richiedono degli interventi di manutenzione straordinari. Il comunicato è firmato dalla dirigente scolastica, Paola Senesi






