martedì, Dicembre 23, 2025

Finti carabinieri armati di distintivo: quattro arresti per la rapina choc nel campo nomadi di via dei Gordiani. Tra gli indagati anche due poliziotti

Si presentavano come “Carabinieri dei Parioli”, distintivo alla mano e tono autoritario, per conquistare la fiducia delle vittime e aprirsi la porta di casa. Ma dietro quella messinscena, secondo gli inquirenti, si nascondeva una banda organizzata pronta a usare minacce e violenza pur di mettere a segno una rapina milionaria. È questo lo scenario ricostruito dall’indagine del Gruppo Carabinieri di Ostia e della Squadra Mobile di Roma, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro uomini accusati di una violenta rapina in abitazione.
Tra gli arrestati figurano due poliziotti in servizio presso il Commissariato “Salario Parioli”, già sospesi dalle loro funzioni e sottoposti agli arresti domiciliari per un’altra vicenda giudiziaria. Con loro anche un cittadino marocchino e uno croato, entrambi con precedenti penali. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, Dipartimento “Criminalità diffusa e grave”, che ha contestato agli indagati il reato di rapina pluriaggravata. Determinanti, per gli investigatori, sono state le dichiarazioni della vittima, l’analisi delle immagini di videosorveglianza installate nella zona e un minuzioso lavoro tecnico sui tabulati telefonici e sulle copie forensi dei dispositivi in uso agli indagati. Un mosaico di elementi che, secondo la Procura, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza e di ricostruire nel dettaglio le fasi dell’assalto.
I fatti risalgono a una sera di tensione e paura nel campo nomadi di via dei Gordiani, dove vive una coppia con figli minori. I quattro si sarebbero introdotti nell’abitazione qualificandosi come appartenenti all’Arma, sostenendo di dover eseguire una perquisizione per la ricerca di armi e droga. Una volta all’interno, la situazione sarebbe rapidamente degenerata: minacce, urla e un clima di terrore che avrebbe costretto l’intero nucleo familiare a rimanere chiuso nell’alloggio, con la porta sbarrata dall’interno.
Quando la donna avrebbe iniziato a dubitare della loro identità, uno degli aggressori le avrebbe urlato contro con violenza, provocandole un malore. La scena avrebbe avuto un impatto devastante anche sui figli: il più grande, dodicenne, si sarebbe spaventato a tal punto da avere una minzione involontaria. Un dettaglio che gli inquirenti descrivono come emblematico della brutalità dell’azione.
Non paghi, gli uomini avrebbero quindi passato al setaccio l’abitazione, arrivando a smontare con un trapano alcuni pannelli delle pareti. Da quei nascondigli avrebbero sottratto circa 5.000 euro in contanti e sei orologi di lusso: cinque Rolex e un Cartier, per un valore complessivo ingente.
Le indagini hanno inoltre portato all’individuazione di un presunto basista, identificato nel cittadino croato arrestato, che avrebbe fornito informazioni precise sui nascondigli e sulle abitudini della famiglia. L’uomo era già finito sotto la lente degli investigatori nel luglio 2025, quando era stato perquisito perché sospettato di detenere un’auto rubata con targhe contraffatte.
La Procura di Roma sottolinea come il contrasto alle rapine in abitazione resti una priorità investigativa, come dimostrano le recenti operazioni condotte dai Carabinieri di Ostia e dalla Compagnia Roma-Parioli. Un impegno che mira non solo a reprimere i reati, ma anche a smantellare reti criminali capaci di sfruttare simboli e ruoli istituzionali per colpire con maggiore efficacia.
Come previsto dalla legge, tutti gli indagati devono essere considerati innocenti fino a eventuale sentenza definitiva. Ma il quadro delineato dall’inchiesta restituisce l’immagine di una rapina pianificata nei dettagli, in cui la fiducia nelle istituzioni sarebbe stata usata come arma per piegare le vittime e saccheggiare la loro casa.

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