venerdì, Marzo 29, 2024

Aspi, resta alta la tensione con il governo: la revoca provocherebbe un effetto default da 19 miliardi di euro

Resta altissimo il livello della polemica politica sull’ipotesi di revoca della concessione ad Aspi. Una mossa che avrebbe un ‘effetto default’ da 19 miliardi di euro sulle aziende: 10 di debiti che la mancanza di risorse dovuta alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe avrebbe su Autostrade per l’Italia, e 9 di impatto a cascata su Atlantia. Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee. Il premier Conte attacca i Benetton: “Prendono in giro gli italiani”. Domani riunione straordinaria del Cda di Atlantia. Tonfo del titolo in Borsa. Pessima giornata per Atlantia in Borsa a Milano dopo le prospettive di revoca della concessione per la controllata Autostrade per l’Italia: il titolo, sotto la pioggia di vendite dall’avvio, ha concluso in calo del 15,19% a 11,36 euro, dopo aver toccato un minimo di seduta a quota 11,31. Molto forti gli scambi: sono passate di mano 12,6 milioni di azioni, contro i 3,3 milioni di venerdì.  La seduta pesante è costata 1,68 miliardi di euro in termini di capitalizzazione agli azionisti di Atlantia. Il titolo ha lasciato sul campo il 45,8% su base annua e il 44,17% da inizio anno. Un livello, quello odierno, comunque al di sopra del minimo di 9,82 euro toccato lo scorso 18 marzo. E’ stata fissata per oggi la riunione straordinaria del Cda di Atlantia. Secondo quanto si è appreso la società riunirà i consiglieri di amministrazione per un’esame della situazione riguardante la concessione di Autostrade per l’Italia e il confronto con il governo, alla luce delle ultime novità. Si tratterebbe di una riunione non decisiva dalla quale non sono attese decisioni.
Il Consiglio dei ministri è previsto per le 11. L’ ordine del giorno non è stato ancora ufficializzato ma sul tavolo della riunione è prevista anche l’informativa del premier Giuseppe Conte sul dossier Autostrade. “I Benetton non hanno ancora capito che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati”. Così il premier Giuseppe Conte, in una intervista alla Stampa. E sul Fatto quotidiano ribadisce: “È altrettanto inaccettabile la pretesa di Aspi di perpetuare il regime di favore in caso di nuovi inadempimenti degli obblighi di concessione”, “i Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”.
“Martedì ci sarà un’informativa al consiglio dei ministri, è una decisione che deve coinvolgere tutto il governo, tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli, c’è la necessità di adottare una decisione perché questa vicenda si trascina da troppo tempo”, ha affermato il premier in conferenza stampa a Meseberg con la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondendo ad una domanda sulla revoca della concessione ad autostrade. “Se ci sono ponti e questi ponti crollano, dobbiamo saper sanzionare chi è responsabile di questo crollo”, ha aggiunto Conte. In caso di revoca della concessiine ad Aspi,  “ovviamente se arriveremo a quello, abbiamo delle soluzioni”, ha detto Conte. E’ di 19 miliardi l’effetto default che l’eventuale revoca della concessione di autostrade potrebbe provocare: circa 10 miliardi sono i debiti che la mancanza di risorse dovuta alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe avrebbe su Autostrade per l’Italia mentre circa 9 miliardi sarebbe l’impatto a cascata su Atlantia. Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee, oltre che – per 750 milioni – relativi ad un prestito obbligazionario retail Aspi detenuto da 17.000 piccoli risparmiatori. Si spiega così dal punto di vista tecnico finanziario- con l’ipotesi di revoca oggi rilanciata dall’intervista del premier giuseppe Conti a Il Fatto Quotidiano e l’impatto pavanetato dallo stesso amministratore delegato di Atlantia Carlo Bertazzo in una intervista a Repubblica – l’andamento in borsa del titolo Atlantia e il peggioramento registrato anche da alcun bond. Autostrade per l’Italia pubblica sul proprio sito la proposta inviata sabato al Governo, nella quale aumenta da 2,9 a 3,4 miliardi l’importo a proprio carico per le riduzioni tariffarie, gli interventi di manutenzione e la ricostruzione del viadotto sul Polcevera. La proposta, spiega, “è l’esito di un confronto negoziale iniziato circa un anno fa” e – è scritto in un comunicato – auspica che le decisioni che verranno assunte siano basate solo ed esclusivamente su aspetti di tipo giuridico, tecnico, sociale ed economico”. La società, inoltre, non ha accettato la proposta di manleva a fronte di danni civili che potrebbero essere richiesti da terzi al Governo per le responsabilità sul crollo del Ponte Morandi.
“La lettera di Aspi al Governo è deludente e conferma ulteriormente l’esigenza di un profondo cambio di indirizzo dell’Azienda basato su impegni rigorosi in materia di tariffe, sicurezza e investimenti, e su un assetto societario che veda lo Stato al centro di una nuova compagine azionaria che assicuri l’avvio di questa nuova fase. I rilievi del Presidente del Consiglio sono condivisibili. Il governo agisca tempestivamente e in modo unitario per giungere a una rapida conclusione in tal senso, assicurando quindi la soluzione migliore nell’interesse del paese e dei cittadini”. Lo scrive in una nota il segretario del Pd Nicola Zingaretti. “ll fatto che tra i partiti, sulla questione Autostrade, nel tempo si siano ingrossate le fila di quanti si schierano dalla parte dei cittadini, dei genovesi e della giustizia è un fatto positivo per il Paese. Non dimentico però che due anni fa non era così: due anni fa in questa battaglia il Movimento era solo e, rispetto alla nostra fermezza, i partiti manifestavano timidezza o addirittura avversità: in primis i nostri alleati di governo di allora, che adesso fanno la voce grossa ma che allora frenavano cosi come a frenare ci sono alleati di oggi”. Lo afferma in una nota il capo politico del Movimento 5 Stelle Vito Crimi, che aggiunge: “Non abbiamo mai arretrato e non lo faremo adesso”. La Lega presenterà alla Camera e al Senato due mozioni parlamentari sulla vicenda Aspi. In Senato il voto di mozioni indicate dai gruppi è in programma martedì 21 alle 9.30: i testi devono essere depositati entro domani. Al momento vengono tenuti riservati i contenuti delle mozioni leghiste, ma negli ultimi giorni gli esponenti del partito di Salvini, mettendo in evidenza le divisioni e le mancanze di risposte della maggioranza, hanno più volte sollecitato il governo a prendere una decisione che punti a tutelare i cittadini e garantisca manutenzioni e opere.
“Abbiamo un presidente del Consiglio che con interviste sulla stampa fa andare in fumo milioni e milioni di euro, mettendo in difficoltà tanti piccoli risparmiatori. Il problema di Autostrade non sono i Benetton, che non ho il piacere di conoscere a differenza di altri, il problema è che se uno chiacchiera i risparmiatori poi ne pagano le conseguenze. Faremo tutte le segnalazioni del caso perché non è possibile. Il governo deve fare e non annunciare”. Così il leader della Lega a margine di un presidio della Lega a Milano, in merito alle ripercussioni sui mercati delle parole di Conte su Autostrade. Indica la via di Cdp come soluzione della questione il leader di Iv Matteo Renzi: “I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione ad Autostrade. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti. Questa è la verità. A dire la verità si perdono forse punti nei sondaggi, ma si salvano le nuove generazioni da miliardi di debiti. La strada è un’altra. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà, l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di Cdp. Operazione trasparente, società quotata, progetto industriale globale. Non ci sono alternative serie e credibili. Il populismo urla slogan, la politica propone soluzioni”, lo scrive su Facebook. “L’interesse dello Stato risiede in primo luogo nella tutela della sicurezza dei cittadini e della integrità del patrimonio pubblico. Il governo deciderà nelle prossime ore mettendo al centro questo interesse. Chi prende in gestione una infrastruttura e firma un contratto con lo Stato deve sapere che questo comporta oneri e onori, altrimenti giustamente lo Stato può rivalersi”, ha detto ai microfoni dei tg il sottosegretario Pd Roberto Morassut rispondendo a una domanda sulla possibile revoca delle concessioni a Aspi.
Redazione
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