venerdì, Aprile 26, 2024

L’ex commissario straordinario dell’Ilva di Taranto Enrico Laghi è stato posto agli arresti

L’ex commissario straordinario dell’Ilva di Taranto, Enrico Laghi, è stato posto agli arresti domiciliari stamani dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica di Potenza.  L’accusa è corruzione in atti giudiziari in concorso con altre persone, a carico di Laghi è stato eseguito anche un sequestro preventivo per un valore di circa 270 mila euro.  Nell’inchiesta che ha portato Laghi ai domiciliari sono coinvolti anche l’ex procuratore della Repubblica di Trani e di Taranto, Carlo Maria Capristo, gli avvocati Piero Amara e Giacomo Ragno, il funzionario di Polizia Filippo Paradiso e Nicola Nicoletti, che è stato consulente dei commissari dell’Ilva. L’inchiesta della procura potentina ha portato, nel giugno scorso, all’arresto di Amara. Le indagini hanno ipotizzato un “patto corruttivo” fra gli indagati, con scambi di favori e utilità. L’arresto di Laghi è avvenuto all’esito di “nuovi approfondimenti investigativi” fondate – secondo quanto si è appreso – “su plurime e convergenti dichiarazioni accusatorie supportate da elementi investigativi di riscontro”.   Secondo la ricostruzione degli inquirenti potentini, Laghi insieme all’ex consulente esterno di Ilva Nicola Nicoletti (finito ai domiciliari a giugno scorso) avrebbe “abusato” della propria funzione di commissario straordinario per “condizionare i dirigenti Ilva sottoposti a procedimenti penali” a Taranto “affinchè conferissero una serie di incarichi difensivi all’avvocato Giacomo Ragno”, legale di Trani arrestato (ai domiciliari) a Giugno. Incarichi difensivi conferiti a Ragno dall’amministrazione straordinaria dell’Ilva per parcelle complessive pari a 273 mila euro. Stando a quanto emerso nell’inchiesta di Potenza, Laghi e Nicoletti avrebbero favorito l’ex procuratore di Taranto con “lucrosi incarichi ad amici del capristo” ottenendo in cambio dal magistrato la “garanzia di una gestione dei numerosi procedimenti di indagini in cui era coinvolta Ilva in amministrazione straordinaria complessivamente favorevole all’azienda e ai suoi dirigenti”. Le “mire” professionali dell’ex procuratore di Trani e poi di Taranto, Carlo Maria Capristo, gli incarichi e le ricche parcelle per alcuni avvocati – fra i quali Piero Amara – sono alcuni degli elementi della “rete” che torna in primo piano oggi dopo l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per Enrico Laghi.  L’accusa di corruzione in atti giudiziari mossa a Laghi “apre” uno scenario in cui sono visibili – secondo la procura potentina – alcune vicende significative. In primis quella riguardante proprio Capristo che agiva per ottenere “una incessante attività di raccomandazione, persuasione, sollecitazione” su alcuni componenti del Consiglio Superiore della Magistratura – o su chi poteva influenzarli – in occasione della pubblicazione di posti direttivi vacanti (la procura generale di Firenze e la procura della Repubblica di Taranto, dove poi Capristo stesso approdò da Trani).
Redazione
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