sabato, Aprile 20, 2024

“La Roma migliore” premia con il Best Practice Award le case che salvarono gli ebrei tra il 1943 e il 1945

Ci fu una Roma che non si rassegnò all’orrore, che non si voltò dall’altra parte e ospitò nelle sue case, salvandoli, gli ebrei durante l’occupazione nazista. Il Giusto civico è l’iniziativa, nata da una costola del Best Practice Award (che premia ogni anno la Roma migliore), per ricordare le famiglie che aprirono le porte a chi, perseguitato.  si ritrovò senza tetto nè futuro. “Il tema della ‘scelta’ lega come un filo rosso il percorso di questo viaggio nella memoria, che via via si arricchisce di nuove storie, grazie al lavoro di ricerca storica delle studentesse e degli studenti delle scuole promosso da Roma BPA e dalla Rete di scuole ‘Memorie. Una città, mille storie’ ” afferma Paolo Masini, ideatore del progetto e Presidente di Roma BPA – Mamma Roma e i suoi figli migliori. L’ultimo civico, di questo itinerario resistente, si trova in vai Siacci, in un villino che ospitò ebrei che diversamente sarebbero stati destinati a morte certa: domenica 14 Novembre il segno del Giusto civico sarà aposto al numero 12 di via Siacci, proprio accanto al villino dove le famiglie Laj e Giordano, che in esso abitavano, offrirono un sicuro rifugio ai coniugi Soria, una coppia di ebrei nascosta presso di loro fino alla liberazione di Roma, il 4 giugno del ’44.
Redazione
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