martedì, Marzo 19, 2024

La moda e l’acconciature degli Etruschi al Museo di Rocca Albornoz di Viterbo

La conferenza, ospitata nell’ambito della prestigiosa Mostra dal titolo “Il Risveglio degli Etruschi”, tuttora in corso alla Rocca Albornoz sulla innovativa tecnica fotografica del FoTotempismo del Maestro Fotografo Enzo Trifolelli e curata dal Prof. Salvatore Enrico Anselmi, ha affrontato un tema particolarmente avvincente e coinvolgente sul popolo più enigmatico e misterioso dell’antichità. Sugli Etruschi è stato scritto davvero tanto, ma la Prof.ssa Pandimiglio ha entusiasmato il nutritissimo pubblico con un’attenta e precisa narrazione sugli aspetti attuali e sulle curiosità contemporanee, temi che la ricercatrice sta ancora approfondendo e studiando con estrema riflessione. Gli Etruschi, che i Romani e i Greci consideravano come un popolo alieno e che lo stesso Seneca definì “diversi” in quanto avevano una propria metodologia di interpretazione dei fulmini e della Natura riconducendo tutto ad una manifestazione del volere divino, erano medici, maestri ed ingegneri molto richiesti nell’antica Roma e gli aruspici della nostra Tuscia erano tenuti in grande considerazione e venivano costantemente consultati anche in periodo imperiale. La relatrice ha evidenziato la proverbiale eleganza di questo popolo sottolineando come l’ammirazione degli abiti e del modus vivendi “all’etrusca” era in voga tra i romani i quali consideravano questo stile di abbigliamento esclusivo, raffinato, sofisticato. L’attestazione documentaria dell’apparato vestimentario deriva prevalentemente dai dipinti funerari che ornano le pareti delle tombe di Tarquinia, l’antica Corneto, le quali costituiscono un prezioso compendio esegetico iconografico. Altrettanto interessanti e fondamentali, per avallare la ricerca, sono i riferimenti stilistici tratti dal ricco epitome sinottico delle sculture, giunte fino a noi talvolta in uno stato di conservazione sorprendente. Gli Etruschi si fecero particolarmente notare nell’antichità per la loro produzione di biancheria raffinata e di tecniche altamente specializzate di tessitura per realizzare abiti di varie tipologie come chitoni, tuniche, tebenni, ma anche calzature quali i noti calcei repandi. Il popolo etrusco ha inventato lo stile unisex e preferiva abbigliarsi comodamente pur mantenendo costantemente uno stile molto ricercato e curato. Uomini e donne amavano arricchire le acconciature e gli abiti indossando gioielli preziosi, di elevata e raffinata fattura, realizzati con la tecnica della granulazione o addirittura del “pulviscolo”. Le donne esibivano prevalentemente diademi, orecchini, anelli, fibule, pettorali decorativi, cinture borchiate e in particolare le originali armille, i tipici bracciali indossati al bicipite. Gli uomini amavano completare la vestizione con fibule fitomorfe e spilloni. Inoltre la relatrice ha trattato di cosmesi e di acconciature, realizzate raccogliendo i capelli in trecce complesse fermate da spirali e spilloni, oppure annodati a corona sul capo o sollevati a”chignon” e ripresi in reticelle, in cuffie, o con il cecrifalo. Erano donne all’avanguardia che amavano tingersi i capelli come è ben noto dagli affreschi della Tomba degli Scudi. Le donne etrusche avevano anche una grande cura della propria persona e facevano un ampio utilizzo di creme, unguenti aromatizzati, un altro prodotto fondamentale era il profumo, gli Etruschi importavano oli, unguenti e fragranze dalla Grecia, le essenza aromatiche più preziose erano il cipro, lo zafferano, la cannella, la mirra, l’aloe, il sandalo, la lavanda, la menta, il bergamotto, la noce moscata e le mandorle; tra quelle più a buon mercato vi erano il pino, la ginestra e il mirto. Infine Francesca Pandimiglio ha concluso che talvolta nelle tombe femminili venivano sepolti, insieme ai corpi, anche i “beauty case” personali chiusi con il mastice, contenenti addirittura nettaunghie e perfino eye-liner colorati o neri per gli occhi, ripresi dalla cultura egizia. Sicuramente la bellezza e l’eleganza hanno consacrato il popolo etrusco alla curiosità misterica e soprattutto al fascino del mito!
Redazione
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