giovedì, Marzo 28, 2024

GIULIANELLO, PRESSO LA GALLERIA “IL SIPARIO” SCATTI DI GUERRA DI MYDANS E SILK

Notevole l’interesse dei presenti per le 40 fotografie in bianco e in nero che ritraggono il passaggio degli americani a Cori e Giulianello nel Maggio del 1944, pochi giorni prima di liberare Roma. Una pagina inedita della Seconda Guerra Mondiale locale: luoghi e volti di 70 anni fa, momenti di vita quotidiana di civili e militari, subito dopo la liberazione della provincia di Littoria; colonne di sfollati che cercano di ritornare alla normalità tra le macerie di un paese che si avviava verso la ricostruzione.  Un materiale testimoniale preziosissimo, presentato per la prima volta sul territorio, e messo a disposizione dal giornalista Paolo Carotenuto, che è intervenuto inquadrando il periodo storico, facendo anche riferimento alla sua dettagliata ricerca contenuta nel libro ’La battaglia di Velletri’. Insieme allo storico dell’arte Domenico Bilà, che ha curato la rassegna con il fotografo Ivo Fanella, hanno descritto le scene immortalate, indicandone le fonti e gli autori. Le foto sono state realizzate da due veri combat photographers, Carl Mydans e George Silk, fotografi militanti al seguito delle truppe U.S.A. sul fronte italiano. Entrambi ci hanno lasciato nel 2004, con immagini che hanno fatto il giro del mondo e dei libri di storia. Talune di quelle di Cori e Giulianello esposte furono pubblicate su ‘Life’, il più famoso magazine statunitense di fotogiornalismo (1936 – 2007), lo stesso anno del fotodocumentario sullo Sbarco in Normandia firmato da Robert Capa. L’evento si è chiuso con una serie di racconti, letture, canti e musica a tema. Iseno Tamburlani ha narrato gli episodi  bellici tramandati a lui oralmente dalla madre; Bruno Agnoni ha letto alcuni brani di due diari di guerra scritti da due giulianesi che l’hanno vissuta, uno come soldato, Antonio Tora, l’altra come esperienza di gioventù, Serafina Marchetti. Il cantautore Emanuele Galoni ha interpretato un passo tratto da ’I sommersi e i salvati’ di Primo Levi; i Fabbricastrofe hanno salutato con una loro canzone sulla guerra.

Redazione
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