martedì, Aprile 16, 2024

FRONTALE SULLA SETTEVENE PALO, PERDONO LA VITA GUENDA BERNARDINI E RAFAL MARCIN ZARAZINSKI

Un brutto incidente, l’ennesimo, si è verificato a Cerveteri sulla Settevene Palo all’altezza del supermercato Pam a pochi metri dall’uscita autostradale Cerveteri Ladispoli. A perdere la vita Guenda Bernardini di 27 anni alla guida di una Citroen C1 e Rafal Marcin Zarazinski di 39 anni al volante di una Peugeot 208. Guenda aveva passato la serata con i suoi amici e il fidanzato. Rafal era da poco diventato papà di una bambina. Una tragedia immane che in un secondo ha spazzato via la felicità, il futuro e la pace di due famiglie che dovranno, adesso, trovare il coraggio e la forza di andare avanti, continuando nel sentiero della vita con questo dolore che nessuno mai potrà cancellare. Nell’incidente sarebbero coinvolte solo le due auto che si sarebbero scontrate in un frontale. Sul posto i Carabinieri e i vigili del fuoco. Le auto sono state successivamente sequestrate e portate e Civitavecchia, mentre le salme consegnate ai familiari. Sulle stesse è stata disposta l’autopsia. “Hanno provato a rianimarli per molti minuti… non c’è stato niente da fare” Davvero scioccante il racconto di un soccorritore che sabato sera si è fermato sulla Settevene Palo alla vista delle lamiere sparse su tutta la strada e dei due corpi che non davano segni di vita. Si chiama Simone e su Facebook ha scritto un pensiero rivolto alle due vittime. Ne estrapoliamo una parte: “Non doveva finire così, mi sono fermato appena accaduto, ho cercato di fare il possibile chiamando tutti i soccorsi anche i vigili del fuoco per estrarvi dalle lamiere, ho ascoltato i vostri respiri, deboli ma c’erano, 45 minuti di rianimazione su strada, poi via, di corsa in ospedale, un vigile che getta i guanti a terra con rabbia, ma in cuor mio non era finita, ho cercato vostre notizie on-line ed ecco, mi ritrovo a scrivervi queste ultime parole di addio impotente di far altro. Non so di chi sia la colpa, ne le cause, ma a cosa serve? Voi siete ormai nella mia mente, e nel mio cuore. Riposate in pace, che la terra vi sia lieve”. Parenti e amici si sono incontrati per salutare Guenda Bernardini Ieri lunedì 6 marzo amici e parenti di Guenda Bernardini si sono incontrati alle ore 14:30 presso la Capannina di Maccarese per un ultimo saluto. La cerimonia sarebbe stata organizzata in forma laica secondo quelle che sarebbero state le volontà della ragazza rese note ad amici. Il corteo funebre è partito alle ore 14.30 dal cimitero nuovo di Cerveteri ed arriverà allo stabilimento balneare la Capannina di Maccarese, dove è avvenuta una cerimonia laica. Poi gli intervenuti hanno accompagnato Guenda al cimitero di Palidoro. La salma della giovane ragazza è stata restituita alla famiglia dopo essere stata esaminata presso il PIT di Ladispoli e Cerveteri, a pochi metri dallo scontro fatale che è costato la vita a lei e ad un 39 enne di origini polacche. Cerveteri ed Aranova sono sconvolte per la scomparsa improvvisa di Guenda Bernardini. Un dramma che coinvolge due realtà, la prima in quanto Guenda era solita frequentare la cittadina etrusca perché fidanzata di un giovane del posto, Luca Dionisio portiere della DM84, la seconda perché era la comunità dove la giovane viveva e lavorava. Ieri Aranova era una città in silenzio. Piccola frazione di Fiumicino, comunità nella quale non tutti si conoscono come capita invece in un piccolo paese. Nonostante ciò tutti ricordano Guenda perché lavorava al bar Boni. Tanti ricordano la sua solarità ed il “suo sorriso sincero” come molti lo definiscono. Ieri l’aria al bar era spettrale. I proprietari attoniti non si danno pace per quanto successo. Cercasi testimonianze Nel frattempo si cercano testimoni che possano aiutare a ricostruire l’accaduto. Alcune persone hanno riferito che la giovane avrebbe trovato la corsia invasa dalla 208 grigia. Ricostruzione che al momento però non troverebbe conferma presso l’autorità giudiziaria. Chiunque si fosse trovato in quel luogo sabato sera ed ha elementi utili a ricostruire la dinamica dell’incidente può mettersi in contatto con i Carabinieri di Campo di Mare o di Civitavecchia, che stanno coordinando l’indagine. Si attendono ora le disposizioni per poter dare un ultimo saluto alla giovane ragazza. Ripartiamo dal rispetto delle regole senza cercare alibi “Basta alibi. Dobbiamo prendere atto che la gran parte delle stragi sulle nostre strade avviene per un’imprudenza. Condizioni dell’asfalto, scarsa illuminazione e segnaletica sono solo concause della grande maggioranza degli incidenti”. Così scrive su www.terzobinario.it il giornalista Francesco Scialacqua e noi condividendo il pensiero ve lo riportiamo: “Finché non prendiamo atto delle nostre responsabilità non usciremo mai dalla morsa di incidenti che attanagliano le nostre arterie stradali. Delegare sempre agli altri le colpe non diminuirà le lacrime versate e le stragi del sabato sera. Il litorale piange altre due giovani vittime della strada, Guenda e Rafal di 27 e 39 anni. In queste ore si sprecano fiumi di parole cercando di addossare altrove le colpe degli incidenti che stanno avvenendo in questi giorni. Ma è d’obbligo fare un ragionamento che astrae dalle cause dell’incidente di sabato sera, per il quale i Carabinieri stanno lavorando per la definizione precisa della dinamica. Un’altissima percentuale di incidenti avviene per un errore umano, sempre più gli incidenti avvengono per distrazione del conducente. E’ questo il preoccupante allarme lanciato dagli esperti. Se si rispettassero i limiti di velocità e le regole, gran parte degli incidenti di questi giorni non sarebbe potuti accadere. Quando due auto si scontrano frontalmente, quando un’auto colpisce un’altra parcheggiata fuori dalla carreggiata, quando si investe un pedone, quando si tampona chi precede dobbiamo prendere atto di non aver rispettato alcune regole basilari del codice della strada. Di questa considerazione siamo ben coscienti tutti, perché vediamo quotidianamente auto zigzagare lungo il tragitto, persone al telefono, persone senza cinture di sicurezza, persone che svoltano senza mettere la freccia e tante altre situazioni fuori dalla norma. E a causare un incidente, anche mortale, non serve necessariamente di commettere chissà quale clamorosa imprudenza o crimine. E’ un attimo quello che induce all’errore fatale. In tanti in queste ore addossano la responsabilità degli incidenti alle istituzioni e alle strade, sicuramente mal ridotte. In queste ore invochiamo autovelox ogni chilometro, mentre durante l’anno sbraitiamo tutto il tempo blaterando che quelle sono macchine mangia soldi e riempi casse dei comuni. Facciamo carte false pur di non pagare una multa e non ammettere di aver commesso un’infrazione. In molti dei tratti in cui sono avvenuti gli incidenti esistono limiti di velocità e prescrizioni per le quali il rischio di incidente mortale è bassissimo, eppure piangiamo vittime ogni settimana. Tra Cerveteri e l’Aurelia vi è si un incrocio pericoloso da mettere in sicurezza con una rotatoria, ma vige anche un limite a 50 km/h ed il divieto di sorpasso. Non sorpassando e viaggiando ad una velocità congrua l’unico sinistro che potrebbe accadere è un tamponamento. Ed invece assistiamo ad incidenti frontali ovunque, auto che finiscono a velocità elevata sulle corsie opposte. Altre che piombano fuori strada fermandosi dentro ai campi. Pretendiamo strade sicure e con un fondo perfetto, è un nostro diritto, ma questo non diventi un alibi per percorrere ancora più velocemente i tragitti di tutti i giorni. Al rinnovo dell’assicurazione scegliete una polizza che comprende l’installazione di una blackbox. Con un’app vi renderete conto che, seppur non essendo dei pirati della strada, ogni giorno commettiamo decine di superamenti dei limiti di velocità”.

Redazione
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