domenica, Maggio 5, 2024

LA FAMIGLIA VANNINI, PERSONE ESEMPLARI…AVANTI PER LA VERITÀ

L’Avvocato Celestino Gnazi, legale della Famiglia di Marco Vannini, il giovane di Cerveteri che ha perso la vita nel maggio del 2015 mentre si trovava a casa della sua fidanzata Martina Ciontoli a Ladispoli, è stato l’ospite del live di Baraondanews.it di ieri pomeriggio dal Bar Mezzopane di Cerveteri. “Quella di Marco è una vicenda che ha colpito molte persone – ha dichiarato l’Avvocato Gnazi – una vicenda anomala, con pochi precedenti. Questa è la storia di un ragazzo che era presso la casa della famiglia della fidanzata e che è stato colpito da un colpo d’arma da fuoco, che non è stato soccorso e che è morto. Ad oggi siamo in Corte d’Assise per un processo che vede l’accusa di omicidio volontario a carico di tutta una famiglia, la famiglia Ciontoli, padre, madre, fidanzata di Marco, il cognato di Marco Federico e la fidanzata di Federico Viola Giorgini, imputata di omissione di soccorso. Lunedì c’è stata l’ultima udienza, un’udienza davvero dolorosa. Così come tutte quelle vissute finora. Un vero strazio, un dolore immane per mamma Marina, papà Valerio, e tutti i famigliari di Marco, durante la quale sono state mostrate immagini davvero forti. L’udienza di lunedì è stata importante – prosegue l’Avvocato Gnazi – perché i medici della procura hanno confermato che Marco si poteva salvare, e forse questo è l’aspetto più importante ai fini processuali. Un aspetto che ci ha anche spinto a rinunciare ai nostri consulenti, in quanto quello che avrebbero detto era solamente un’aggiunta alle deposizioni rilasciate dai medici della procura, e cioè che Marco si sarebbe potuto salvare. L’unica cosa che sta crescendo sempre di più, in particolar modo in queste ore, è che oggi Marco sarebbe stato qui in mezzo a noi, insieme alla sua famiglia e alle persone che gli vogliono bene. Questa di Marco – dichiara Gnazi – è una vicenda anomala, ci sono pochi precedenti simili. Come dicevo in precedenza il processo è per omicidio volontario, sotto il profilo del dolo eventuale, un’imputazione raramente contestata. Dolo eventuale significa che negli imputati non c’era la diretta volontà di uccidere una persona, ma significa che è stato adottato un comportamento tale, pur consapevoli delle conseguenze, come ritardare i soccorsi, nascondere o depistare le informazioni, che lo hanno portato alla morte. E questo è quello che è stato fatto al povero Marco. Lasciato morire pensando solamente a salvaguardare i propri interessi, il proprio posto di lavoro e la propria posizione economica”. Poi l’Avvocato Gnazi torna a parlare dell’opportunità che è emersa in queste ultime ore secondo la quale Antonio Ciontoli, indiziato principale, parlerà davanti alla Corte d’Assise: “Non sono meravigliato che Antonio Ciontoli deponga davanti alla corte – spiega Gnazi – ma è semplicemente un segnale che vuole assumere fino in fondo l’atteggiamento che ha avuto fino ad ora, ovvero quello del capobranco. Prima ha parlato di un gioco, poi ha dichiarato che non sapeva che l’arma fosse carica. Tesi tra l’altro già abbondantemente smontata sia dai RIS che dal Generale Garofalo. Continueremo a lavorare duro, per consegnare alla famiglia di Marco, ai suoi cari, persone esemplari, persone modello, la verità e la giustizia che meritano per il figlio”.

Redazione
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