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Crisi Cilp: prove di dialogo in Authority

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CIVITAVECCHIA – Prove di dialogo, a Molo Vespucci, sulla crisi occupazionale che sta investendo lo scalo e, in particolare, sulla situazione della Cilp, la storica cooperativa portuale che ha avviato le procedure per la cassa integrazione per tutto il personale: 92 i lavoratori in totale.
Ieri pomeriggio la Filt Cgil, rapprsentata dal segretario Alessandro Borgioni e da Angelo Manicone, è stata ricevuta dal presidente dell’Adsp Francesco Maria di Majo, dal segretario generale Roberta Macii e dal delegato ai rapporti sindacali Massimo Soriani. Una riunione fiume, nel corso della quale sono state affrontate le varie criticità e discusse le necessità da mettere oggi sul tavolo per un progetto vero di rilancio dello sviluppo e dell’occupazione.
“Abbiamo riscontrato un’apertura da parte dei vertici di Molo Vespucci – ha spiegato Borgioni – tanto che, su nostra richiesta, è stato convocato un tavolo apposito per il 22 agosto prossimo, nel corso del quale discutere concretamente di quelle che possono essere delle soluzioni alternative. Certo, non è semplice oggi scongiurare il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma si può tentare almeno di attutirne l’effetto, ragionando su proposte ed iniziative a medio e lungo termine”.
La richiesta è che al tavolo siano presenti, oltre ad Adsp e sindacato, anche la Cilp e Grimaldi, proprio perché l’avvio della cassa integrazione è statomotivato dall’abbattimento dei traffici per quanto riguarda l’automotive, con il presidente della cooperativa Massimo Soppelsa che qualche giorno fa aveva parlato di una diminuzione del 50% delle auto, conseguenza dell’azzeramento dei treni provenienti dallo stabilimento di Melfi.
“Il futuro dell’occupazione e del nostro porto – ha aggiunto Borgioni – passa dal rilancio delle varie attività. L’impegno sembra esserci, da parte dell’Authority, su vari fronti, poi però bisognerà capire nel concreto come si vorrà intervenire”.
Nel frattempo si guarda anche alla questione Privilege Yard, con l’offerta da 13 milioni giunta nei giorni scorsi per l’acquisto dello scafo, ancora da completare, e con le incognite relative invece al cantiere. “Bisogna trovare una soluzione che sia produttiva – hanno spiegato dalla Cgil – altrimenti quell’area va rimessa nella disponibilità del porto. Chi compra lo scafo lo farà in funzione di un suo completamento, che ci auguriamo possa avvenire all’interno di questa area, per dare davvero una svolta ed una boccata d’ossigeno anche all’occupazione. Ma se così non fosse, bisognerà ragionare per il futuro del cantiere, che non vorremmo continui ad essere bloccata”.
(seapress)

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