Fiumicino – Droga occultata tra le pedane, pagine dei libri o macinini da caffè: i trafficanti colombiani utilizzavano ogni espediente per cercare di fare la cocaina negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa. L’inchiesta, condotta dalla Dda di Palermo, nell’ambito delle operazioni «Cinisari» e «Metemi», ha portato all’esecuzione di 19 misure cautelari. Il terminale ultimo delle spedizioni, secondo quanto sostengono gli agenti della Squadra Mobile e i militari della Guardia di Finanza erano un carinese di 38 anni, titolare di un’impresa di pompe funebri, un commerciante di fiori e un 32enne palermitano. Era proprio Bono, secondo l’accusa, a tenere i rapporti con i colombiani per fare arrivare in Sicilia diversi chili di cocaina. Il suo referente nell’America del Sud era per gli investigatori Edwin Artuto Molano Hurtado arrestato a Palermo nel corso dell’operazione. Risale a maggio 2015 l’intercettazione alla dogana di Roma Fiumicino di una pedana in legno proveniente dalla Colombia: negli spazi ricavati furono trovati 9 panetti contenenti 4 chili e 600 grammi di polvere bianca. Gli agenti di polizia e i finanzieri avevano poi bloccato un’altra spedizione: in questo caso era stato utilizzato il motore di un grosso Tir per nascondere lo stupefacente. Il sequestro è avvenuto il 17 agosto del 2015 in Ecuador, nell’aeroporto di Guayaquil. Tra gli ingranaggi e pistoni c’erano quasi 12 chili di cocaina. A Malpensa nel giugno 2015 furono poi sequestrati due libri intrisi di cocaina dal Venezuela, per un chilo e seicento grammi. Nel febbraio del 2016 gli agenti trovano un altro carico di droga: non solo Colombia, Venezuela e Ecuador, il titolare del negozio di pompe funebri a Carini aveva rapporti anche con i calabresi. Diversi anche in questo caso i sequestri e gli arresti sull’asse Palermo-Reggio Calabria, tra cui Rocco Morabito.
Droga nascosta nei macinini da caffè: 19 arresti tra Fiumicino e Malpensa
