sabato, Maggio 4, 2024

Neanche il Prefetto sblocca il Consiglio

Continua il dibattito sui numeri imballati del consiglio comunale di Civitavecchia. La storia è ormai nota. Rispetto alle elezioni del 2014, la giunta del sindaco Cozzolino si è persa per strada gli appoggi del consigliere Patrizio Carlini, che si è dimesso a gennaio. Al suo posto è entrato all’aula Pucci Luciano Girolami che è subito passato all’opposizione avendo rotto con il Sindaco già dopo pochi giorni dopo le elezioni. Raffaella Bagnano, anche lei eletta con i Cinque Stelle non si presenta da mesi ai consigli e da quasi un anno anche Alessandra Riccetti è passata all’opposizione. Le dimissioni da presidente del consiglio comunale proprio della Riccetti hanno inoltre aperto il vaso di Pandora. Per eleggere il nuovo presidente servono 13 consiglieri ed i numeri non ci sono. Anche visti i viaggi in oriente di Fabrizia Trapanesi (in corso) e Francesco Fortunato (futuro). La presidenza è stata affidata al consigliere anziano Marco Piendibene che non ha neanche discusso in prima seduta l’elezione del presidente non essendoci i numeri per procedere. Il Sindaco Cozzolino voleva comunque procedere alla prima votazione, in modo di anticipare i tempi della seconda (necessaria la maggioranza assoluta rispetto ai 2/3 della prima). Il gesto di Piendibene ha aperto un mare di polemiche. Polemiche che potrebbero essere interrotte dall’intervento dello stesso Prefetto. «Il Prefetto con una lettera ci ha confermato che il consigliere anziano deve consentire la votazione per poter così accorciare i tempi per l’elezione di un Presidente del Consiglio che confermiamo verrà scelto fra gli appartenenti al gruppo politico M5S» ha dichiarato il sindaco Cozzolino con una nota stampa. Questione risolta? Assolutamente no per due motivi. Il primo è che comunque fino al 23 novembre non avranno a disposizone neanche i 12 voti rimasti visti i viaggi di Fabrizia Trapanesi e Francesco Fortunato. Il secondo è che lo statuto del Comune di Civitavecchia sottolinea come per l’elezione dalla terza votazione in seconda seduta sia necessaria la maggioranza dei voti ottenuti dai consiglieri assegnati. I consiglieri assegnati sono 24 e quindi sono necessari 13 consiglieri. Secondo il Movimento Cinque Stelle il sindaco vota come un consigliere e deve essere considerato come un consigliere comunale. Secondo Piendibene invece i consiglieri assegnati sono 24. Un buco normativo che potrebbe nuovamente allungare le tempistiche. Dal Pincio si dicono tranquilli: «Il voto del Sindaco vale come quello di un consigliere, ne siamo certi». E in questo caso non dovrebbero, in effetti, esserci dubbi: il Sindaco non conta per il quorum del numero legale delle sedute (servono comunque almeno 12 consiglieri escluso il primo cittadino) mentreil suo voto è da conteggiare come un qualsiasi altro consigliere per quanto riguarda le votazioni.

Intanto il presidente del consiglio comunale ‘‘in pectore’’ Claudio Barbani già studia gli equilibri della sua assise, sempre che si riuscirà a procedere alla sua elezione. Con l’avvicinarsi delle elezioni i movimenti nel centrodestra e nel centrosinistra sono numerosi e chissà che i Cinque Stelle non possano usufruire di qualche voto amico proveniente dall’opposizione, magari già dal voto decisivo sulla presidenza del consiglio. I primi rumors già sono partiti. (seapress)

Redazione
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