domenica, Aprile 28, 2024

Presidenza Rai, lettera del Presidente della Vigilanza, Barachini, al Cda dell’azienda. Ultimo tentativo di composizione delle ‘liti’

L’ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai ha dato mandato al presidente Alberto Barachini di inviare – secondo quanto si apprende – una lettera al cda della tv pubblica, nella quale, alla luce dei pareri legali raccolti dalla bicamerale stessa, si invita a procedere al più presto con l’indicazione del presidente e ad astenersi, nel frattempo, dal compiere atti al di fuori dell’ordinaria amministrazione, come ad esempio le nomine. La Commissione può essere convocata anche nella pausa estiva in attesa di deliberazioni del cda. "Per quanto mi riguarda il Cda è pienamente operativo. Bisogna eleggere il presidente della Rai, la legge dice che serve un’intesa tra i gruppi e fino a quando non c’è questa intesa non c’è un presidente". Così Luigi Di Maio a margine dei lavori del Senato dove sono in corso le votazioni sul decreto dignità. La presunta irritazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la questione Rai, come riportato oggi da alcuni giornali, è inesistente. E’ quanto sottolineano fonti di Palazzo Chigi. L’agenzia Adnkronos è stata in grado di anticipare, i contenuti della lettera di Barachini: " La Commissione che presiedo potrà essere immediatamente convocata per procedere – anche durante l’aggiornamento dei lavori parlamentari – all’espressione del parere prescritto". Il Consiglio di amministrazione della Rai in questa fase, senza la nomina di un presidente, può esercitare le proprie funzioni finalizzate "all’esclusivo compimento degli atti di ordinaria amministrazione, strettamente necessari per la funzionalità dell’Azienda, dei quali la Commissione chiede di essere tempestivamente e preventivamente informata". "L’organo collegiale, nonché l’amministratore delegato, che ne è parte dovrebbero invece valutare di astenersi dal procedere ad altri atti, quali, ad esempio, le nomine dei direttori di rete, di canale e di testata", scrive ancora la Vigilanza. Nella lettera il presidente della Commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, spiega per quale ragione il Cda in questa fase può operare solo nell’ambito dell’ordinaria amministrazione. E, citando l’articolo 22.2 dello Statuto della Rai "che assegna poteri e funzioni oggettivamente circoscritti e non dilatabili al consigliere più anziano di età in mancanza di un Presidente e di un Vice Presidente", Barachini sottolinea che "nell’attuale fase non ricorre la fattispecie dell’assenza, impedimento o vacanza di carica del Presidente, contemplata dallo stesso Statuto. Al contrario si è in presenza di una nomina che non è stata perfezionata in sede parlamentare con la prevista maggioranza, nonché della circostanza che lo stesso consigliere – già individuato per la carica di presidente – si trovi a presiedere il Consiglio di amministrazione nella veste di consigliere più anziano". "Ciò induce ad esigere che da parte del Consiglio di amministrazione – ribadisce il presidente della Vigilanza – vi sia un esercizio delle proprie funzioni finalizzato all’esclusivo compimento degli atti di ordinaria amministrazione, strettamente necessari per la funzionalità dell’Azienda, dei quali la Commissione chiede di essere tempestivamente e preventivamente informata". "Mi riservo in ogni caso di sottoporre alla Commissione – conclude Barachini – l’esigenza di adottare ulteriori iniziative nell’esercizio delle proprie prerogative di vigilanza ed indirizzo, nel rispetto della legge, dei principi riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e nell’interesse del corretto funzionamento del servizio pubblico radiotelevisivo". In mattinata il vicepremier Di Maio aveva ribadito ai microfoni di Radio 24 che non ci sarebbe stato nessun presidente se prima non si fosse trovata un’intesa sulla Rai. "Il tema è che per eleggere il presidente della Rai ci vogliono due terzi delle forze politiche della commissione di Vigilanza – ha detto Di Maio dopo la bocciatura della nomina di Marcello Foa al settimo piano di Viale Mazzini -. Per me, finché non si troverà un’intesa tra i gruppi è inutile rimandare un nome alla commissione di Vigilanza". "Si troverà un’intesa, come si è trovata in passato – ha scandito il vicepremier -. La dobbiamo trovare su valori e principi legati alla persona e non alla lottizzazione politica e allora arriveremo all’obiettivo di eleggere un presidente". Quanto a Foa, ha sottolineato il vicepremier "nessuno può dire che è una persona di partito, è un giornalista che si è distinto con la sua indipendenza. Fabrizio Salini? Non lo conoscevamo fino a 15 giorni prima di nominarlo, quindi non si può dire che l’Ad della Rai sia una persona legata alla politica". "La verità – ha concluso Di Maio – è che non si riesce a eleggere un presidente perché noi non stiamo cedendo alle dinamiche della lottizzazione politica, che qualcun altro evidentemente vorrebbe".

Redazione
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