lunedì, Aprile 29, 2024

Il crollo del Ponte Morandi e il nodo delle concessioni surriscalda il clima politico

Sul fronte delle concessioni si scatena una battaglia tra maggioranza ed opposizioni con Forza Italia che cerca di non farsi trascinare nel groviglio di note, repliche e controrepliche. Nella mattinata di lunedì è stato l’x Premier ed ex Segretario del Pd, Matteo Renzi a passare al contrattacco (intervista a la Repubblica ndr) dopo le accuse piovute sul democratici con un tiro incrociato della coalizione giallo-verde. Salvini e Di Maio sono la nuova destra populista e demagoga. Però l’opposizione deve smettere di tirare di fioretto. E’ arrivato il momento di ribattere colpo su colpo, di combattere a viso aperto, di non lasciargliene passare più una. L’avversario è forte, ma la partita è tutta da giocare".
"Questo clima giacobino – aggiunge l’ex premier – rischia di ritorcersi contro i presunti rivoluzionari. E secondo me accadrà molto prima del previsto. Per questo la comunità civile deve reagire subito. Da qui a Natale nasceranno in tutti i comuni comitati civici contro questo governo. E prima del previsto nell’angolo ci saranno Salvini e Di Maio, non noi".
Dopo del viadotto Morandi insiste Renzi, "il governo Salvini-Di Maio ha scelto di radicalizzare. A loro non interessa la verità, basta un capro espiatorio: non cercano soluzioni, fabbricano colpevoli. Questo è lo stile da sempre. Lo hanno fatto per le banche, per Consip, dopo Macerata, con il Jobs Act. Davanti a problemi reali loro scelgono i presunti responsabili e manganellano sul web senza pietà. Lo facevano quando erano opposizione. Su Genova hanno iniziato a farlo da maggioranza. Mi sembra un atteggiamento pericoloso: non c’è unità possibile, senza rispetto per la verità".
Quanto al merito delle questioni legate al crollo, "la convenzione con le autostrade -puntualizza l’ex premier- è stata fatta dal governo Berlusconi: nessuno dice che il deputato Matteo Salvini votò a favore e il Pd contro. I soldi da Autostrade li hanno presi la Lega come contributo elettorale e il premier Conte nella veste di avvocato. Il no alla Gronda, che pesa come un macigno in questa storia, viene da Beppe Grillo e Toninelli. Chi tace, pensando di guadagnare consenso stando in disparte, deve sapere che il suo silenzio oggi sarà considerato complicità domani. Dobbiamo andare all’attacco, non stare sulla difensiva".
E restando sempre al merito, "che Autostrade abbia poco da difendere e molto da chiarire -afferma Renzi- è evidente: ma tocca ai giudici, non a noi. Spero che i Benetton facciano la loro parte: per le famiglie colpite, per rifare subito il ponte e per fare finalmente la Gronda, opera fondamentale per Genova. Paradossalmente revocare la concessione rischia di essere un regalo ad Autostrade: significa andare in causa per decenni, pagare 20 miliardi di danni e tenere Genova divisa in due.
Tornando invece al piano politico, "non tocca a me -sottolinea l’ex leader Dem- definire la linea del Pd: c’è un altro segretario, ci sarà un congresso. Chiunque lo vincerà dovrà contare sul sostegno degli altri, senza avere mai più fuoco amico. Ma scommetto -conclude Renzi- che si faranno sentire anche tanti cittadini fuori dal Pd che non ne possono più di un governo di sfascisti con ministri della paura e della disinformazione".
E sulle accuse di Renzi c’è l’ammissione da parte di Salvini, ma non è una resa:"Sì, è vero", ma "da parte di chi ha governato per anni e anni e ha firmato e verificato le concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno". Così il ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha risposto, nel corso di una trasmissione tv, ha chi gli ha fatto notare che anche la Lega votò il rinnovo delle concessioni ad Autostrade. "La criticano in queste ore – gli è stato chiesto – per una norma che ha votato anche lei, nel 2008. Fu un errore?". "Se è così, sicuramente", ha risposto Salvini. "Però da parte di chi ha governato per anni e anni e ha firmato, approvato, verificato queste concessioni, un buon silenzio sarebbe opportuno. Sono riusciti a fare polemica politica sui funerali di stato. Secondo voi c’è davvero qualcuno lì in mezzo che si è organizzato politicamente per sostenere il governo o attaccare Renzi? chi pensa queste cose, andrebbe curato”.
Poi il segretario del Pd Martina sui fischi ricevuti dalla delegazione dei Democratici: “Era doveroso esserci. Dai quei fischi noi dobbiamo ripartire per cambiare. L’unica cosa da non fare è trattare con sufficienza il clima che sta attraversando il paese, perché ci riguarda. L’alternativa a Lega e Cinque Stelle si fa rimettendoci a fianco di queste persone. Rimettendo i piedi in strada. Solo così sconfiggeremo il pericolo rappresentato da chi governa oggi”.

Redazione
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