lunedì, Aprile 29, 2024

La grande ’torta’ di autostrade fa fibrillare i partiti: sul piatto la nazionalizzazione divide

Revocare la concessione? Nazionalizzare? Il futuro di Autostrade è racchiuso in due semplici parlle che dividono il fronte politico, sia della maggioranza che delle opposizioni. Il Presidente del Consiglio Conte, non parla pertamente di ‘nazionalizzazione’ ma di ‘tutela dell’interesse pubblico’. Il Pd, con Leu, e l‘intera sinistra, parlamentare e non, potrebbe sedersi al tavolo e discutere della proposta targata M5S. Forza Italia è nettamente contraria, mentre la Lega guarda con distacco all’ipotesi. Ma al netto delle posizioni squisitamente di partito, va detto, comunque, che il governo starebbe pensando ad un intervento diretto, anche se minoritario di Cassa Depositi e Prestiti, per rilevare una percentuale del capitale di Autostrade. Tutto però passa attraverso il Mef, che smentisce, o meglio non ne parla, di ipotesi di questo genere, trincerandosi dietro un “non se ne è mai parlato”. Ma c’è chi, come il sottosegretario alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, in quota M5S, che parla di mediazione, ovvero di arrivare comunque alla statalizzazione di Autostrade, anche se gradualmente
Ma contro la nazionalizzazione esprime le sue perplessità il governatore della Liguria, Toti in una intervista al Corriere della Sea: “E’ doveroso controllare e se necessario rivedere e modificare le singole concessioni su “strade, terminal, porti”. Ed è indispensabile potenziare il ruolo di “controllo dello Stato”, ma pensare di tornare alla “nazionalizzazione” di interi settori è “nostalgico, antistorico, e soprattutto inutile, se non dannoso per il Paese”. Lo dice Giovanni Toti (FI), presidente della Regione Liguria, in un’intervista al Corriere della Sera.
“Ci si concentra troppo sul tema delle concessioni e poco su quello che c’è da fare – afferma – a volte giustamente ma a volte per sete di giustizia o addirittura di vendetta, sentimento che mai dovrebbe ispirare le decisioni di un Governo e di uno Stato. E’ vero che alcune concessioni vanno riviste, controllate, ripensate perché abbiano maggiore efficacia.
Ma il ruolo dello Stato deve restare quello del regolatore, non del gestore. La nazionalizzazione sarebbe la risposta sbagliata a un problema giusto. E’ un bene che lo Stato si riappropri del suo ruolo di controllore, laddove è mancato, a garanzia dei cittadini. Ma tornare alle partecipazioni statali sarebbe un gravissimo errore. Primo, perché non sarebbe garantita maggiore efficienza; secondo, perché salirebbero i costi”.
Secondo Toti, semmai il tema è spostare il dibattito sul “nodo centrale: l’Italia è un Paese sottoinfrastrutturato.
Il dramma di Genova, oltre naturalmente a quello delle perdite umane che è un danno incalcolabile, è che è venuta giù un’opera strategica per il primo sistema portuale della seconda realtà industriale d’Europa. Per troppi anni si è discusso di Gronda, di Terzo Valico, e siamo rimasti immobili. E anche oggi si parla più del problema delle concessioni che di quello della mancanza di infrastrutture degne di un Paese come il nostro. E non parlo solo di strade, ma di scuole non a norma, di tribunali fatiscenti, di uffici pubblici inagibili”.
Poi, naturalmente, non si può non tener conto della situazione economica e degli effetti sulla controllante di Autostrade per l’Italia Atlantia che in Borsa perde un secco 3% . Il titolo, che ha segnato un massimo a 19,34 euro nei primi minuti di contrattazioni ha ridotto la corsa successivamente ed girato in calo a metà seduta, lasciando sul campo il 3% a 18,32 euro. Gli occhi degli investitori sono puntati sul Cda della capogruppo, che segue quello di Aspi di ieri, e sulle divisioni all’interno della maggioranza circa la revoca della concessione autostradale, che, secondo gli analisti di Mediobanca, potrebbe costare oltre 22 miliardi di euro alle casse dello Stato. Sullo sfondo anche ipotesi di un possibile intervento della Cdp.

Redazione
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