sabato, Maggio 4, 2024

Emigrazione clandestina, creano ’ponte’ fra Italia e inghilterra: otto persone arrestate

Alle prime ore di mercoledì mattina, la Squadra Mobile della Questura di Roma ed il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e la Metropolitan Police di Londra, hanno dato esecuzione, in Italia ed in Inghilterra, ad un provvedimento restrittivo emesso dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 8 persone di nazionalità italiana ed albanese responsabili di favoreggiamento all’emigrazione clandestina in concorso, contraffazione di documenti e falsità in atti pubblici. Gli indagati, in quella che è stata denominata "Operazione Tower Bridge", in particolare, avevano creato un vero e proprio “ponte” tra l’Italia e l’Inghilterra per consentire a cittadini albanesi di raggiungere il territorio britannico illegalmente. L’operazione "Tower Bridge", della Questura di Roma in collaborazione con la Polizia londinese, ha portato in particolare a misure cautelari per favoreggiamento di emigrazione clandestina nei confronti di: K.S., albanese di 42 anni e T.S., slovacca di 37 anni, per i quali è scattato il carcere; M.L. di 56 anni, G.S. di 28 anni, B.L. di 41 anni, M.O. di 21 anni, P.S. di 31 anni, F.F. di 33 anni, per i quali è scattata la misura cautelare con l’obbligo di dimora nel Comune di Residenza. Tutti erano responsabili, in concorso, di favoreggiamento nell’emigrazione clandestina di cittadini stranieri dall’Italia all’Inghilterra, nonché di contraffazione di documenti di identità validi per l’espatrio. La misura cautelare dell’obbligo di dimora era stata emessa anche nei confronti di un altro cittadino italiano, G.M. di anni 29, deceduto nello scorso mese di gennaio.
Il sistema era il seguente: K.S. era incaricato da propri connazionali dimoranti all’estero, non ancora identificati, di far giungere in Inghilterra delle persone di cittadinanza albanese, prive del “visto”, in cambio di 8.500 Sterline inglesi, somma che veniva quasi sempre consegnata a correi albanesi in Inghilterra. Per farlo l’uomo si era procurato anche un adeguato numero di "sodali" italiani, di entrambi i sessi e di età e fisionomia affini a quelle dei cittadini albanesi da far emigrare clandestinamente, a fronte di un pagamento che variava da 500 a 2.000 euro. Questi offrivano la loro collaborazione sia fornendo il proprio documento di identità italiano, che K.S. ed altri accoliti italiani falsificavano con la foto del cittadini albanese da far espatriare, sia accompagnando quest’ultimo, per non destare sospetti in aeroporto. In tali occasioni, il sodale utilizzato era di sesso opposto a quello dei clandestini, per simulare la circostanza di una coppia in viaggio di piacere. K.S. seguiva personalmente tutta l’operazione sino all’imbarco, assicurandosi del buon esito dell’operazione contattando i complici in Inghilterra aiutato dalla moglie, T.S, che viveva lì. I due si erano ricongiunti in Inghilterra nel 2017. Nei loro confronti è stato richiesto ed emesso un mandato di arresto Europeo. Al fine di dare esecuzione ai provvedimenti è stata avviata una collaborazione con la Divisione Sirene del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con l’esperto per la sicurezza italiano nel Regno Unito e la Metropolitan Police di Londra, grazie alla quale il K.S. e la T.S. sono stati localizzati e tratti in arresto nella regione del Kent.
L’attività investigativa che ha portato all’emissione dei provvedimenti di oggi si colloca nel quadro di una più ampia e complessa attività di indagine che la Squadra Mobile di Roma ha condotto unitamente al Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, scaturita dall’evasione, avvenuta il 27 ottobre 2016, dalla Casa Circondariale N.C. di Rebibbia dei cittadini albanesi B.T., P.I. e H.M., che ha portato alla cattura di quest’ultimo il 10 febbraio 2017, nonché ad individuare la rete di persone che hanno favorito l’evasione dei tre cittadini albanesi, nei cui confronti è stata eseguita la misura della custodia cautelare in carcere nel mese di luglio 2017 per il reato di procurata evasione.

Redazione
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