venerdì, Aprile 26, 2024

Casa Pound, sfratto ad alto rischio. Minacce e smentite

Il quartier generale di Casapound all’Esquilino – occupato abusivamente dal 2003 – è a rischio sgombero. Martedì pomeriggio era prevista una perquisizione, decisa da tempo, da parte degli uomini della Guardia di Finanza nei locali della tartaruga, ma dopo le minacce ricevute dai militari il tutto è saltato. Bisognerà capire se si tratta solo di un rinvio o di un definitivo addio alla possibilità di sfratto dell’ufficio di Casapound a due passi dal Viminale. “Se entrate sarà un bagno di sangue”, così i militanti di Casapound hanno accolto le Fiamme Gialle fuori dallo stabile del civico 8 di via Napoleone III. I locali della palazzina, di proprietà del Demanio, sono stati occupati abusivamente dai neofascisti dal 27 dicembre del 2003 e la Guardia di Finanza, su ordine della Corte dei Conti, aveva il compito di verificare i danni erariali derivati da questa presa coatta dell’ufficio in pieno centro a Roma. E invece – per il momento – nulla è stato fatto. Dopo le minacce iniziali, la stretta di mano tra Davide Di Stefano, fratello di Simone (uno dei leader di Casapound) e alcuni funzionari della Digos hanno sancito un arrivederci alla prossima puntata. Stando a quanto dichiarato dal Simone Di Stefano, nel palazzone di sei piani – con al suo interno 60 locali – vivrebbero alcune famiglie italiane rimaste senza un tetto. I (mancati) controlli di ieri erano volta a ottenere le misure catastali, le misurazioni planimetriche degli spazi comuni e la ricostruzione della storia di questa occupazione. La Corte dei Conti, però, sembra non volersi arrendere alle minaccedi ieri pomeriggio all’ingresso del palazzone di via Napoleone III 8 e, nonostante la stretta di mano tra gli uomini in borghese della Digos e i rappresentanti della tartaruga, lo sgombero potrebbe andare avanti. Poi è però arrivata la smentita di Casapound che ha raccontato la loro versione dei fatti, spiegando che non ci sia stata alcuna perquisizione e nessuna tensione. Così il presidente di CasaPound Italia, Gianluca Iannone: “CasaPound non ha nulla da nascondere. Anzi, è nel nostro interesse che questo controllo avvenga, perché è il modo per dimostrare che il movimento, avendo solo sede legale nel palazzo ed esplicando l’attività politica in senso stretto nelle sezioni sul territorio, non ha recato danni alle casse dello Stato, mentre i locali di via Napoleone III sono utilizzati in via esclusiva per l’emergenza abitativa. Naturalmente, però, non accetteremo mai che questo nostro pur legittimo interesse entri in conflitto con la dignità e i diritti degli italiani che, proprio grazie all’azione di Cpi, hanno trovato casa in uno stabile che era abbandonato da decenni e che prima del nostro ingresso giaceva inutilizzato e nel degrado più assoluto”.

Redazione
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