E a proposito di impianti storici romani, la situazione di Capannelle, casa dell’ippica capitolina, rappresenta ancora un groviglio difficilmente estricabile
“Al momento in cui siamo, le decisioni sulla prosecuzione dell’attività a Capannelle sono tutte interne alla società concessionaria. Se Hippogroup vuole, può rimanere fino all’esito del bando, a cui potrà partecipare con gli stessi diritti di ogni altra società”. Sono le parole a Agipronews dell’assessore allo Sport di Roma Capitale, Daniele Frongia, incontrato all’interno dello Stadio Flaminio, nel giorno in cui è partita la bonifica dell’impianto. E a proposito di impianti storici romani, la situazione di Capannelle, casa dell’ippica capitolina, rappresenta ancora un groviglio difficilmente estricabile. L’ultimo sviluppo è il ritorno, deciso dall’Amministrazione comunale, al vecchio canone: dai 66 mila euro l’anno pagati negli ultimi esercizi, si passa a 2 milioni e mezzo. «Sull’argomento – dice Frongia – ci sarebbe da parlare a lungo. Ci sono stati nelle precedenti amministrazioni ribassi continui, fino ad arrivare a 5 mila e 500 euro al mese, come se invece di un impianto di 140 ettari parlassimo dell’affitto di un negozio». La permanenza di Hippogroup a Capannelle, ha ricordato l’assessore, «è prevista nelle more dell’articolo 22 del Regolamento per gli impianti sportivi comunali». Il provvedimento, approvato nel marzo scorso, disciplina nell’articolo citato le concessioni scadute, prevedendo che «qualora nel periodo successivo siano stati rispettati gli obblighi previsti dalle leggi e dai regolamenti vigenti, al concessionario si applica il canone previsto dal contratto di concessione scaduto debitamente rivalutato». Il tutto, naturalmente, fino al bando e al conseguente nuovo affidamento della concessione.