sabato, Maggio 4, 2024

“Stirpe criminale”, la Polizia di Stato intercetta uomini e droga della movida pugliese

Agenti della Polizia di Stato delle Squadre Mobili di Foggia, Bari e del Servizio Centrale Operativo nelle prime ore della mattinata, stanno eseguendo numerose misure cautelari emesse a seguito di un´articolata attività di indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha permesso di disarticolare un gruppo criminale, collegato alla consorteria mafiosa garganica del clan dei Montanari.

L’indagine, denominata “Stirpe Criminale” in ragione della caratura criminale e degli importanti legami di parentela di uno degli esponenti di vertice con la predetta organizzazione criminale, ha permesso di accertare il monopolio del gruppo nella gestione di droga nell´intera città di Manfredonia (Fg) e dello smercio di consistenti quantitativi di stupefacenti destinati a rifornire le piazze della “movida” della città, occupando anche punti strategici con esponenti del gruppo. “Francesco Pacilli aveva un nome nel contesto malavitoso garganico e questo rappresentava una sorta di garanzia”. Così il dirigente della squadra mobile di Foggia, Roberto Pititto, parlando con i giornalisti dell’operazione che ha portato all’arresto di otto persone – tra cui Francesco Pio Pacilli, di 22 anni, appartenente al clan Li Bergolis, figlio di un superlatitante catturato nel 2011 – accusate di far parte di una consorteria criminale che aveva monopolizzato lo spaccio di hashish nella città di Manfredonia, nel Foggiano.

Sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere Francesco Pio Pacilli, 22 anni, figlio del noto Giuseppe Pacilli detto ‘Peppe u Montaner» elemento di spicco del clan dei Li Bergolis, catturato nel 2011 dopo due anni di latitanza e condannato per i reati di associazione di stampo mafioso. Carcere anche per Libero Caputo di 41, Matteo Caputo di 20, Salvatore Pacillo di 55, Ciro Pacillo di 21 e Valentino Conoscitore di 46. Arresti domiciliari invece, per Antonio Guerra di 38 anni e Raffaele Quitadamo di 22. Dalle indagini è emerso che Libero Caputo, imprenditore manfredoniano operante nel settore dell’abbigliamento, e Francesco Pio Pacilli gestivano direttamente acquisti di importanti forniture di droga, sfruttando le relazioni con altre consorterie criminali presenti sul territorio. Si avvalevano di una rete di spacciatori a cui i due imponevano precise regole. Le investigazioni hanno riguardato il periodo di tempo compreso tra settembre- dicembre 2017, nel corso del quale sono stati sequestrati complessivamente due chili di hashish. Due le piazze di spaccio: «piazzetta Mercato» e zona «Monticchio». Gli investigatori hanno anche accertato che in più di una circostanza gli indagati si sono riforniti di hashish spostandosi verso Cerignola

Redazione
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