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Disco verde della Regione Lazio alla coltivazione del peperone. Era stata bloccata nel 2013 dopo la comparsa del punteruolo killer

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Dopo 4 anni di blocco, la Regione Lazio, attraverso una determina dirigenziale, ha dato il via libera alla ripresa della produzione del peperone e peperoncino nel sud della provincia di Latina, nella Piana di Fondi, zona fondamentale per il settore ortofrutticolo del Lazio con 19mila ettari a campo aperto e 1.000 in serra. Le due coltivazioni erano state interdette, a dicembre 2013, per la comparsa del punteruolo del peperone, parassita apparso per la prima volta in Olanda nel 2012, che ha infestato le campagne danneggiando gli ortaggi e compromettendo i raccolti nelle aree focolaio (Fondi, Sperlonga, Monte San Biagio e Terracina nella porzione inclusa nella Piana di Fondi). La determina dirigenziale della Regione consentirà la ripresa della produzione a campo aperto dal 1° gennaio al 30 settembre, mentre dal 1° ottobre al 31 dicembre si potrà procedere solo in serre protette da reti antinsetti.

“Una buona notizia in un momento critico per il settore agricolo, messo in ginocchio dal maltempo – sottolinea il presidente di Coldiretti Latina Denis Carnello – Le aziende agricole e vivaistiche in questi quattro anni hanno dovuto affrontare danni pesanti a causa delle misure restrittive che hanno colpito una vera ricchezza del territorio”. Nella zona sud di Latina, la produzione di peperone e peperoncino, infatti, copre una superficie di circa 100 ettari e vede impegnate centinaia di famiglie. “Ci siamo attivati subito, organizzando incontri, assemblee e seminari per affrontare questa emergenza – spiega Pietro Greco, direttore Coldiretti Latina – la ripresa della produzione è una boccata di ossigeno per tante imprese agricole devastate dal maltempo dell’ultimo mese e in attesa dell’intervento delle istituzioni”.

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