venerdì, Marzo 29, 2024

Cultura, Daniele Gatti è il nuovo direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma

Daniele Gatti è il nuovo direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma. La notizia,  è stata ufficializzata dalla sindaca e presidente della Fondazione lirica, Virginia Raggi, dal sovrintendente Carlo Fuortes e dallo stesso Daniele Gatti nel corso di una conferenza stampa al Costanzi. Gatti assumerà l’incarico dall’1 gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2021 e la sua bacchetta si alzerà “a partire dalla prossima inaugurazione, con tre opere all’anno nel 2020 e nel 2021 (ma Gatti non esclude possano essere anche quattro, ndr) visto che la Stagione appena partita (inaugurata domenica scorsa con ‘Rigoletto’ diretto da Gatti e con la regia di Daniele Abbado, ndr) è già definita” ha spiegato Fuortes. “L’orchestra è come una squadra e io ne sarò l’allenatore” ha detto Gatti con una metafora calcistica, sottolineando di volere allargare il suo campo d’azione in qualità di direttore musicale “a tutte le forze del teatro, dal direttore artistico al maestro del coro, ai maestri collaboratori che hanno un ruolo essenziale nella messa in scena degli spettacoli. Il desiderio del vertice dell’Opera è che Roma possa contare su un Teatro d’eccellenza e di qualità, degno di una capitale. Fuortes ha allestito una magnifica monoposto, adesso c’è anche il pilota” ha aggiunto con una metafora da Formula 1.”Quando Fuortes mi ha fatto il nome di Gatti, non ho esitato un solo momento sia perché è uno dei più grandi direttori d’orchestra sul mercato, sia perché l’idea che possa lavorare con un’orchestra che ha già manifestato gradimento nei suoi confronti e che ha trovato il suo ‘allenatore’ mi piaceva moltissimo” ha detto la Raggi, facendo riferimento a una lettera che gli orchestrali hanno scritto a Gatti e nella quale manifestano all’unanimità apprezzamento nei suoi confronti. La sindaca ha sintetizzato “in tre parole la nomina di Gatti: Persone è la prima – ha detto Raggi – perché un teatro è fatto di persone che lavorano in maniera intensa facendo un lavoro delicato e quindi la sinergia con un maestro come Gatti è importante. La seconda parola è Rinascita, perché abbiamo portato avanti la rinascita del Teatro dell’Opera non solo su Roma, ma anche a livello nazionale. Un teatro che deve imporsi e fare di Roma una Capitale della cultura, e questa è la terza parola. Per raggiungere questo obiettivo occorrono sinergie di alto livello”, ha concluso la sindaca. Fuortes ha raccontato la nascita della collaborazione tra l’Opera di Roma e Gatti, avvenuta nel 2015 con un viaggio del sovrintendente a Parigi, dove Gatti era direttore musicale dell’Orchestre National de France. Dopo l’addio di Riccardo Muti e un periodo burrascoso “il teatro stava rinascendo e volevo un direttore musicale che si prendesse cura dell’orchestra, vero cuore di un teatro d’opera”. “In quell’occasione – ha ricordato Fuortes – non feci a Gatti una proposta da direttore musicale, perché non aveva mai diretto all’Opera di Roma, ma gli proposi un’inaugurazione. Accettò e si partì nel 2016 con il ‘Tristan und Isolde’ di Wagner. La collaborazione si allungò con l’impegno di dirigere altri tre spettacoli inaugurali, e sono arrivati ‘La damnation de Faust’ l’anno scorso e il ‘Rigoletto’ quest’anno. Un rapporto che ha dato un forte contributo alla crescita del pubblico e degli incassi da botteghino, passati da 7 milioni di quattro anni fa agli attuali 14. Adesso è arrivato il momento della nomina a direttore musicale”. Incarico accettato da Gatti grazie anche “al rapporto positivissimo che ho avuto con questa meravigliosa orchestra e con il coro – ha detto il maestro milanese – e con questi anni di lavoro all’Opera frutto di un rapporto improntato sulla serietà da ambo le parti. Comincerò già da gennaio e nel prossimo semestre mi dedicherò a prendere contatti con tutti i settori del teatro”. Quanto ai titoli che dirigerà nelle prossime stagioni “potrebbero essere quattro e non tre, ma vanno scelti con molta serietà e accuratezza. Non voglio parlare di repertorio – ha aggiunto – anche se credo che il mio sia piuttosto ampio. Ho trovato un teatro davvero in salute e sono felice di tornare a Roma, dove sono già stato direttore stabile di Santa Cecilia dal ’92 al ’97, una città che amo molto e dove mi sento a casa”. Sulla prossima apertura di stagione Gatti non si è sbilanciato: “Si parlava di titolo verdiano, ma la realtà è diversa dai sogni e dai desideri. Va scelto con serietà e accortezza”. E per i prossimi cartelloni non ha escluso un ritorno di Wagner: “Mi piacerebbe rifare il ‘Tristano’, ma l’abbiamo fatto due anni fa. Magari un Wagner giovanile, un ‘Lohengrin’. Chissà…”.

Redazione
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