domenica, Aprile 28, 2024

Manovra, in stallo la risposta alla Ue. Lega e M5S per ora non arretrano. Conte e Tria alla ricerca di un compromesso

Stallo Italia-Ue sulla manovra. Tensione nel governo che non ha ancora definito la risposta a Bruxelles. Conte vede i sindacati e poi interviene alla Camera, senza però dare risposte esaustive, ovvero entrare con certezza di particolari nei dettagli della manovra. Mercoledì è previsto il colloquio con Juncker prima del Consiglio europeo.

Un incontro fra il premier Giuseppe Conte e il ministro Giovanni Tria non ha sciolto i nodi, mentre Lega e M5s confermano quota 100 e reddito di cittadinanza nei tempi e nei costi previsti. Conte alle 16 vedrà il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, a Bruxelles.

Il limite massimo per presentare una “correzione” accettabile è il 19 dicembre, quando si riunirà il collegio dei commissari europei che potrà sancire l’avvio della procedura di infrazione. Entro quella data, il governo gialloverde deve trovare una soluzione all’impasse in cui si dibatte da più di due mesi: portare avanti la “Manovra del cambiamento”, le promesse elettorali contenute nel contratto, e contemporaneamente rispondere alle critiche dell’Ue. E proprio dall’Ue arriva l’avvertimento sempre più indispettito dell’uomo che sin dall’inizio sta cercando di trattare con l’Italia, ro il Commissario Moscovici: “Servono impegni concreti e cifre, se vogliamo cambiare la nostra analisi sulla Manovra italiana. Bisogna rispettare le regole e se una nuova proposta ci sarà, ne terremo conto. I nostri interlocutori lo sanno, siamo in contatto”, ha spiegato Moscovici aggiungendo di aspettarsi una proposta “al più tardi” in occasione dell’incontro di mercoledì tra Conte e Juncker. Bisogna lavorare per trovare il modo di consentire al governo italiano di perseguire le sue priorità politiche ma nel quadro della zona euro, tenendo conto dei margini di manovra che esistono e delle deviazioni che possono essere autorizzate, ma non più di questo”, ha aggiunto Pierre Moscovici. “Possiamo certamente giocare su tutte le flessibilità, e ce ne sono molte nel Patto di stabilità e crescita – ha sottolineato – ma non possiamo andargli contro. L’Italia – ha detto ancora Moscovici – deve stare nel suo posto naturale, al cuore della zona euro non al margine e non contro, ma il limite assoluto sono le regole”. Rispondendo alle domande dei cronisti, il commissario europeo agli Affari economici ha quindi detto di “non volere entrare nel dettaglio tecnico” del negoziato, sottolineando che “non c’è un numero limite” per quanto riguarda il rapporto deficit-Pil ma che “bisogna ridurre il deficit strutturale”. Infine, secondo il Commissario “il problema principale dell’Italia è l’alto livello di debito pubblico, un bilancio che sfocia in altro indebitamento impoverisce e non porta alla crescita, e sono queste le domande che abbiamo rimbalzato all’Italia. Non sono qui per dare una cifra magica, ma sono convinto che ci sia la possibilità di trovare una soluzione che non privi l’Italia di fare le sue scelte ma che le combini con il rispetto del Patto”.

Il come e dove correggere comunque la manovra è il tema su cui finora non è stato trovato l’accordo tra le due forze al potere.

Lunedì, contrariamente alle attese, non c’è stato alcun vertice di maggioranza: assenti Di Maio e Salvini, a palazzo Chigi è arrivato solo il ministro dell’Economia per fare un punto con Conte sul capitolo degli investimenti. Un incontro che è seguito a quello “positivo”, secondo quanto riferito dalla Lega, a cui hanno partecipato anche i sottosegretari Giancarlo Giorgetti, Claudio Durigon, Laura Castelli, Massimo Garavaglia e rappresentanti della ragioneria dello Stato e dell’Inps, che hanno portato le attese relazioni tecniche sull’impatto dell’anticipo pensionistico. “Alla luce delle tabelle fornite – si legge in una nota del Carroccio – è possibile confermare gli obiettivi politici della Manovra sullo smantellamento della legge Fornero, che partirà senza penalità e nei tempi previsti”. “Quota 100 non si tocca” è il messaggio ancora una volta ribadito forte e chiaro. E che subito suscita risposta. Dall’altra parte, fonti Cinque Stelle fanno sapere che “vengono confermati gli obiettivi sul reddito di cittadinanza, che partirà nei tempi stabiliti. Confermato anche il taglio alle pensioni d’oro.

Sul deficit “non c’è ancora una soluzione” che, è stato sottolineato da più parti, deve essere innanzitutto politica. Se è ormai quasi certo che il limite del 2,4% del Pil verrà ritoccato, non è chiaro l’entità della correzione: sia Lega che M5s ritengono inaccettabile scendere fino al 1,8-1,9% che vorrebbe l’Europa. “Bado alla sostanza, non alla forma”, assicura Matteo Salvini, mentre Di Maio ribadisce che “se si vogliono trovare soluzioni di compromesso tra Italia e Ue bene, sono il primo a spingere in quella direzione, ma non tradirò le promesse ai cittadini. Qui si sta chiedendo di rinunciare alle uniche due misure irrinunciabili”, cioè reddito e pensioni.
Nel frattempo la Manovra ha iniziato il suo iter in Senato, dove è atteso il maxi emendamento del governo che dovrebbe contenere proprio reddito e pensioni, oltre al taglio agli assegni d’oro e alla soluzione sull’ecotassa. L’approdo in Aula è previsto per il 18 e 19 dicembre, ma l’approvazione prima di Natale appare tutta in salita.

Redazione
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