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India, polemiche sulla legge che garantisce la residenza a qualsiasi migrante indù

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La camera bassa del parlamento dell’India ha approvato un disegno di legge che garantisce la residenza e la cittadinanza indiane a qualunque migrante indù (ma anche giainista e parsi) che fugga da Paesi vicini a maggioranza musulmana, soprattutto Bangladesh, Pakistan e Afghanistan, dando per scontato che stia fuggendo da persecuzione religiosa. E si scatena la protesta dell’ opposizione e violenza di piazza negli stati indiani del nord-est. Il ministro dell’interno, Rajnath Singh, del partito nazionalista induista Bjp del premier Narendra Modi, ha negato che il provvedimento sia discriminatorio nei confronti dei musulmani e delle altre religioni, anche se di fatto concede un’esenzione a induisti, giainisti e parsi dalla legge federale indiana. Quest’ultima proibisce di dare la cittadinanza a chiunque sia entrato illegalmente in India. Una norma, quella appena approvata, che per i detrattori viola la Costituzione dell’India, che concede a tutti diritti uguali, senza differenza di religione.

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