lunedì, Aprile 29, 2024

Venezuela sull’orlo della guerra civile

Due presidenti, decine di migliaia di persone scese in piazza a Caracas e almeno 16 morti negli scontri: il Venezuela precipita ancora nel caos. Ieri Juan Guaidò, capo dell’Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall’opposizione, si è autoproclamato presidente ad interim ‘detronizzando’, Nicolas Maduro e ottenendo il benestare del presidente americano Donald Trump. Una mossa che arriva a pochi giorni dal giuramento di Maduro che il 10 gennaio scorso si è insediato, avviando il suo secondo mandato presidenziale. Mandato che l’opposizione però non ha mai riconosciuto. Così come i 13 paesi del ‘gruppo di Lima’ (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Saint Lucia) secondo i quali le elezioni dello scorso maggio “mancavano di legittimità” perché non vi hanno potuto partecipare tutti i partiti politici, non vi erano osservatori internazionali e mancavano di standard e garanzie per un voto “equo, libero e trasparente”. Sia l’opposizione sia i 13 paesi, oltre agli Stati Uniti, chiedono che Maduro trasferisca i suoi poteri all’Assemblea nazionale, il parlamento dominato dall’opposizione. Maduro, (eletto la prima volta nell’aprile 2013 dopo la morte del suo predecessore, Hugo Chavez) ha però replicato duramente. Affacciandosi dal balcone del palazzo presidenziale di Caracas, ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con Washington: il personale diplomatico americano, ha detto, “ha 72 ore di tempo per lasciare il Paese”. Quindi ha accusato gli Stati Uniti di voler governare il Venezuela da lontano, aggiungendo che l’opposizione venezuelana sta cercando di organizzare un colpo di stato. Da parte sua Guaidó, ha giurato “di assumere formalmente le competenze dell’esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell’usurpazione, a un governo di transizione e indire libere elezioni”. Il 35enne ha invitato le forze armate – che finora hanno sostenuto Maduro – a disobbedire al governo, ma il ministro della Difesa venezuelano lo ha accusato di cospirare con gli Stati Uniti. Maduro, che può comunque contare sul sostegno di alcuni Paesi ‘amici, come Messico, Cuba e Bolivia, deve fare i conti non solo con l’opposizione ma anche con le proteste di massa. Ieri a Caracas e in altre città del Venezuela centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare il loro appoggio a Guaidò. Mentre nella capitale alcuni sostenitori di Maduro hanno dato vita a una contro manifestazione. Durante le proteste almeno 16 persone hanno perso la vita.
Redazione
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