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Usa, sentenza ‘choc’ della Corte Suprema: “La pena capitale non deve essere per forza indolore”

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L’esecuzione della pena di morte non deve essere necessariamente priva di dolore. La Corte Suprema degli Stati Uniti, con 5 voti contro 4, ha respinto il ricorso di un detenuto condannato alla pena capitale. Russell Bucklew, affetto da una rara patologia, afferma che l’iniezione letale potrebbe causare un ”grave dolore” durante il procedimento. L’uomo, condannato per un omicidio commesso nel 1996, è affetto da emangioma cavernoso. L’iniezione letale provocherebbe un dolore supplementare. La Costituzione, ha evidenziato la Corte, non garantisce però una morta ”indolore”. Bucklew ha chiesto che l’esecuzione venga eseguita con l’utilizzo di azoto. Il giudice Neil Gorsuch, che ha redatto la sentenza esponendo la posizione della maggioranza del collegio, ha evidenziato che tale metodo non è usato in alcuno stato, nemmeno nel Missouri, interessato dal procedimento. E, attualmente, nulla garantisce che tale metodo produrrebbe minori sofferenze al condannato. La Carta, ha affermato la Corte, vieta l’adozione di metodi “crudeli e inusuali” che potrebbero essere accostati alla tortura ma “non garantisce una morte indolore ad un detenuto”. I giudici hanno sottolineato, ad esempio, che l’impiccagione è stata considerata una forma legale di attuazione della pena capitale, pur non essere una procedura indolore.

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