lunedì, Aprile 29, 2024

Scuola, c’è l’accordo nessuno sciopero il 17 maggio

Il governo ha raggiunto  con i sindacati un accordo per comporre la vertenza  del settore dell’istruzione e della ricerca, accordo che ha portato  alla revoca dello sciopero generale del mondo scuola, università, Afam e ricerca già organizzato per il 17 maggio con una grande manifestazione a Roma. Due i punti essenziali dell’intesa: un “congruo incremento degli stipendi” dei docenti da prevedere nel rinnovo contrattuale 2019-2021; un piano di stabilizzazione dei prof. precari con almeno tre anni di servizio, secondo un principio di riconoscimento della esperienza maturata.

“Istruzione e ricerca sono un comparto strategico per il nostro Paese e una priorità di questo governo”, ha scritto in un post sulla sua pagina Facebook il premier Giuseppe Conte: “Consapevole di dover investire di più in questo settore, pur in un quadro di finanza pubblica che purtroppo ci pone dei vincoli, il governo si è impegnato a individuare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti, assicurando un congruo incremento degli stipendi. Le retribuzioni degli insegnanti – ha sottolineato – devono essere adeguate alla responsabilità che ricoprono. L’accordo con i sindacati ha riguardato anche altri temi, tra i quali la definizione degli strumenti per superare il problema del precariato. Andiamo avanti sulla via del dialogo, con l’obiettivo di superare le vertenze di un comparto troppo a lungo trascurato dai precedenti governi. Il nostro obiettivo è rilanciare e far ripartire il sistema Italia”, ha concluso Conte.

Anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha celebrato l’intesa su Facebook: “A Palazzo Chigi-Presidenza del Consiglio dei Ministri abbiamo appena siglato l’accordo con i sindacati rappresentativi dei nostri settori”, ha annunciato, spiegando che “sono due dei punti qualificanti dell’intesa: più risorse per il prossimo rinnovo contrattuale, per garantire stipendi adeguati agli insegnanti” e “soluzioni mirate per il precariato: chi insegna da più di 36 mesi avrà percorsi dedicati per l’immissione in ruolo. Ringrazio il Presidente Giuseppe Conte per il supporto dato alla trattativa. E ringrazio i Sindacati: insieme stiamo lavorando per il bene della scuola”, ha concluso il ministro.

Con lo sciopero generale del 17 maggio (che prevedeva anche un corteo a Roma da Piazza della Repubblica a Piazza della Madonna di Loreto) i sindacati chiedevano in particolare “un nuovo contratto che rivaluti le retribuzioni di tutto il personale allineandole a quelle degli altri paesi europei; ribadire il carattere unitario e nazionale della scuola italiana contro il tentativo di regionalizzare il sistema di istruzione; un piano straordinario di assunzioni del personale contro la precarietà del lavoro di docenti e Ata; una scuola pubblica accogliente, inclusiva e di qualità contro ogni discriminazione per motivi geografici o sociali”.

“È sicuramente apprezzabile che il Presidente del Consiglio, insieme al ministro dell’istruzione abbiano voluto direttamente incontrare i sindacati della Scuola e dell’intero Comparto Istruzione e ricerca”, hanno spiegato in una nota i sindacati Flc Cgil, Cisl FSUR federazione Uil Scuola RUA, Snals Confsal, Gilda-Unams: “E’ un metodo che dovrebbe essere permanente e ordinario e non da utilizzare solo nei momenti in cui le organizzazioni sindacali sono costrette a mobilitarsi. Abbiamo ricevuto risposte utili alla riapertura del confronto con il ministero a partire dai tavoli tecnici di confronto con la finalità di dare piena attuazione ai contenuti dell’intesa politica. Lo sciopero del 17 maggio 2019 è sospeso, mentre sono confermate tutte le attività di raccolta delle firme a contrasto di ogni progetto di regionalizzazione del sistema dell’istruzione”.

In particolare, hanno chiarito le organizzazioni sindacali, “il governo si è impegnato a stanziare risorse per il rinnovo contrattuale 2019-2021 per recuperare la perdita del potere d’acquisto degli stipendi dell’intero comparto, che sono al di sotto di quelli degli altri settori pubblici” e “entro il triennio di vigenza contrattuale saranno reperite ulteriori risorse destinate al personale della scuola per adeguare gradualmente gli stipendi alla media di quelli dei colleghi europei. Il governo si è impegnato ad attivare un piano di stabilizzazione del personale non di ruolo con particolare attenzione ai docenti precari con tre anni di servizio secondo un principio di riconoscimento della esperienza maturata, con un percorso riservato finalizzato alla immissione in ruolo. Per i dirigenti scolastici l’intesa prevede il pieno riconoscimento del ruolo e della responsabilità; le principali criticità denunciate in occasione della indizione dello sciopero saranno affrontate in un tavolo apposito”. Infine, hanno concluso i sindacati, l’accordo “prevede un’azione del governo volta al completamento del processo di stabilizzazione del personale precario degli enti di ricerca, un piano di stabilizzazione per il personale che svolge attività di ricerca e didattica nell’università, nonché quello di assistenza tecnica e amministrativa”.

Redazione
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