venerdì, Marzo 29, 2024

Cooperazione internazionale, la Regione approva la nuova legge

La normativa sostituisce quella del 2000 e adegua il Lazio al nuovo concetto

Cooperazione internazionale,

la Regione approva la nuova legge

Approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini, la proposta di legge regionale n. 139 del 4 aprile 2019, concernente: “Interventi regionali per la cooperazione internazionale allo sviluppo sostenibile, la promozione di una cultura di pace e la diffusione dei diritti umani”. Il testo, che ha ricevuto 28 voti favorevoli su 37 presenti, intende allineare l’assetto normativo della regione in materia alla legge nazionale n. 125 del 2014, come detto nella sua relazione introduttiva dalla prima firmataria della proposta, Michela Di Biase del Partito democratico. I grandi obiettivi della cooperazione internazionale nella nuova accezione introdotta da quella normativa, che ricalca i nuovi orientamenti emersi nella comunità internazionale negli ultimi anni, sono lo sradicamento della povertà, la riduzione delle disuguaglianze, l’affermazione dei diritti umani, la prevenzione dei conflitti, il sostegno ai processi di pacificazione. Prima del voto finale, sono stati approvati anche due ordini del giorno collegati alla legge, presentati da Silvia Blasi del Movimento 5 stelle. Nel corso della seduta sono stati approvati vari emendamenti (alcuni dei quali riformulati dall’assessore Giampaolo Manzella) agli undici articoli della proposta di legge, tra i quali il nuovo articolo 5, che prevede l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla cooperazione allo sviluppo. All’articolo successivo, il 6, è previsto anche un sistema informativo regionale in ordine alle attività di cooperazione allo sviluppo promosse o compartecipate dalla regione. L’articolo 7 prevede poi la clausola valutativa per questa legge mentre l’articolo 10, sostituito con un subemendamento, stanzia la somma di 250 mila euro per ciascuna annualità 2020 e 2021, oltre a 100 mila euro per la realizzazione del sistema informativo e conferma le risorse già destinate alle finalità di questa legge dalla previgente legge regionale 19 del 2000 (che la nuova normativa all’articolo 9 abroga), rispettivamente di 200 mila euro per il corrente anno e di 100 mila per i prossimi due. Con gli ordini del giorno approvati si impegna invece la Giunta affinché, nell’elaborare il programma annuale degli interventi e nella redazione delle relative procedure di evidenza pubblica, essa espliciti il divieto di ammissione ai finanziamenti a soggetti aventi finalità di lucro che non garantiscono la protezione della vita e della salute umana, la conservazione e la tutela delle specie animali e vegetali, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale (il primo), e includa esplicitamente interventi di sostegno anche alle reti di organizzazioni della società civile e di aiuto umanitario (il secondo odg). Dopo la consigliera Di Biase, anche Alessandro Capriccioli di Più Europa-radicali è intervenuto brevemente in sede di presentazione della proposta di legge, dicendo che  già da alcuni anni l’impostazione tradizionale della cooperazione allo sviluppo aveva iniziato a mostrare i suoi limiti, palesati dall’assistenzialismo negli interventi e dai difetti di partecipazione. Occorre quindi passare, secondo Capriccioli, alla logica del “microintervento” e, in questo senso, il ruolo degli enti territoriali come la regione può rivelarsi fondamentale. In sede di dichiarazione di voto, Marietta Tidei ha annunciato il voto favorevole del gruppo del Partito democratico a questa legge “importante” perché pone il Lazio come capofila nell’adeguamento alla nuova concezione di cooperazione allo sviluppo. Stefano Parisi ha annunciato invece il voto contrario del centro destra perché l’enormità del fenomeno rende a suo avviso inadeguato lo stanziamento previsto. Inoltre l’integrazione, secondo Parisi, passa prima attraverso l’avvicinamento delle comunità straniere ai nostri modelli di vita e di cultura. Per Marta Bonafoni (lista Zingaretti) al contrario, gli stanziamenti, considerati su base pluriennale, non sono così irrisori e la convivenza non può essere adeguamento di chi arriva a chi è già qui bensì un’integrazione di modelli e stili di vita.

Redazione
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