“Sono in corso discussioni intese a creare un gruppo tra i leader mondiali della mobilità”. Così in una nota Fca in merito a notizie di una possibile operazione strategica con Groupe Psa. “Fca – conclude la nota – non ha al momento altro da aggiungere”. “Psa conferma che delle discussioni sono in corso in vista della creazione di uno dei principali gruppi automobilistici mondiali” fa sapere a sua volta il gruppo francese, confermando quindi le indiscrezioni rivelate dal ‘Wall Street Journal’, che ha citato fonti vicine al dossier. L’ipotesi di una fusione tra i due gruppi, ricorda il quotidiano economico francese ‘Les Echos’, ”non è una novità. I due patron, Carlos Tavares e Mike Manley, hanno già confermato che avrebbero studiato la possibilità di partnership che avrebbero avuto un senso” a livello industriale. A marzo si erano incontrati al Salone auto di Ginevra ma, ricorda il quotidiano, ”la questione delle potenziali spartizioni di chiusure di fabbriche tra la Francia e l’Italia erano dei temi delicati”. Le discussioni, quindi, rileva, sono state sospese senza essere mai state abbandonate del tutto. ”Se qualcosa sarebbe stato fatto lo sarebbe stato in uno spirito amichevole e in una logica win-win”, spiegava una fonte francese a ‘Les Echos’. I due gruppi si conosco bene da tanto tempo. ”Già nel 1978 firmavano il loro primo accordo di cooperazione per realizzare insieme prima delle utilitarie poi dei grandi monovolumi in Francia e in Italia. Accordi firmati all’epoca dal patriarca Gianni Agnelli”. Una cooperazione, questa, ”che poi nel 2005 si è anche ampliata alla Turchia”. Da oltre un anno, sottolinea il quotidiano, ”i contatti si sono spinti molto più nel dettaglio. Psa e Fca avevano studiato potenziali sinergie e discutevano più o meno attivamente” ma ”lo squilibrio delle quote rispettive delle due famiglie nel capitale, quella di Agnelli in Fca (28%) e Peugeot in Psa (oltre il 13%) complicavano le discussioni”. A giugno poi le discussioni tra Fca e Renault e l’offerta da 30 miliardi del gruppo italiano che è stata ritirata a causa del quadro politico francese. Il gruppo giapponese Nissan che non ha validato l’operazione e il ruolo dello Stato francese, primo azionista di Renault, erano stati all’origine del fallimento dell’operazione.