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Fondazione Open, ecco la storia di chi finanzia il “giglio magico” di Renzi

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La fondazione Open nasce nel 2012, con il nome di ‘Big Bang’ poi modificato, per sostenere le iniziative politiche come la Leopolda di Matteo Renzi e la corsa dello stesso Renzi alle primarie del Pd fino all’approdo a Palazzo Chigi e alla campagna per il sì al referendum costituzionale. È stata attiva fino all’aprile 2018, raccogliendo oltre sei milioni di euro. Fino a che è stata in vita, sul proprio sito erano presenti anche i nomi dei finanziatori. Non tutti però avevano dato il via libera alla pubblicità della donazione. Quell’elenco top secret è stato sequestrato a settembre nel corso della perquisizione a cui è stato sottoposto il presidente della Fondazione, l’avvocato Alberto Bianchi, al quale viene contestato il traffico d’influenze illecite e il finanziamento illecito ai partiti. Secondo la procura di Firenze, che sta verificando intrecci e rapporti tra il legale pistoiese e i finanziatori di Open, la fondazione avrebbe agito come una ‘articolazione’ di un partito politico. La Fondazione Open aveva sede presso lo studio, a Firenze, dell’avvocato Bianchi, che la guardia di finanza è tornata a perquisire stamani assieme alle sedi di altre società e aziende che hanno effettuato donazioni. Nel consiglio di amministrazione, oltre a Bianchi figuravano Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti, all’epoca fedelissimi del ‘Giglio Magico’ di Renzi.

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